Campobasso

Una regione senza ambulanze: la protesta del 118 scende in piazza

Ci sono tutte le undici organizzazioni di volontariato che gestiscono il servizio di emergenza in Molise in piazza Prefettura, a Campobasso, per chiedere un incontro con il rappresentante del governo a tre giorni dall'annunciato stop delle ambulanze e della conseguente interruzione del servizio

A tre giorni dalla ventilata sospensione del servizio di trasporto in emergenza, le undici organizzazioni di volontariato che lavorano in Molise hanno deciso di scendere in piazza. Un centinaio di manifestanti e circa 15 ambulanze sono in piazza Prefettura in attesa di incontrare il prefetto.

Manifestano per la seconda volta nel giro di pochi mesi i barellieri del 118 per dire no al bando della Asrem che non garantirebbe, a loro giudizio, la sostenibilità dei costi rendendo impossibili le assunzioni di personale esposto al rischio di multe e sanzioni da parte di Inps e Ispettorato del lavoro.

protesta 118 ambulanze

La conferenza dei sindaci di ieri non ha dato alle associazioni, impegnate a fornire un servizio essenziale in Molise, la risposta che aspettavano. I sindaci, firmatari del documento elaborato dalla stessa conferenza e molto preoccupati per quello che uno stop delle ambulanze comporterebbe, vorrebbero la sospensione del bando. Mentre il 118, dal canto suo, ha già fatto sapere che lo impugnerà al Tar.

Intanto stamattina le organizzazioni sono in piazza Prefettura e hanno chiesto un incontro al rappresentante del governo.

Assenti i primi cittadini come stigmatizzato dal sindaco di Sant’Elia a Pianisi Biagio Faiella (con lui solo il collega di Castellino sul Biferno, Enrico Fratangelo). “Per un cittadino di Sant’Elia che dista 40 minuti dall’ospedale di Campobasso e con una patologia tempo-dipendente – queste le sue parole – l’assenza del 118 significherebbe la morte”.

Ed è un appello disperato anche quello di un operatore della San Gerardo: “Da 22 anni faccio il volontario col 118 e non si risolve mai nulla. Sono deluso, spero non ci costringano a fermarci il 31, ci hanno dimenticato, qualche anno fa eravamo degli eroi oggi non ci danno risposte”.

 (seguono aggiornamenti)

 

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