Notte fonda sul futuro dell'emergenza

Trasporto 118, ancora silenzio e associazioni non convocate: ambulanze ferme dal 14 dicembre

Ad una settimana esatta dalla scadenza dell'ultimatum, è buio pesto sulla risoluzione di una vicenda che rischia di privare i molisani di un servizio essenziale. Il governatore-commissario Donato Toma non ha convocato l'incontro annunciato alcuni giorni fa con Asrem e associazioni, ma venerdì 9 dicembre incontrerà la stampa a Palazzo Vitale. Intanto i soccorritori lanciano un appello ai cittadini: "La situazione è grave, state vicini a noi in questa battaglia"

Scadrà fra una settimana esatta l’ultimatum lanciato dalle associazioni che garantiscono un servizio essenziale: dal 14 dicembre si fermeranno le ambulanze che effettuano il servizio di trasporto per il 118 Molise. Da quando hanno scritto al Prefetto di Campobasso, non è successo praticamente nulla: il governatore e commissario alla sanità Donato Toma, pur avendo annunciato un confronto con le associazioni e con i vertici dell’Azienda sanitaria regionale, non ha per ora fatto pervenire alcuna convocazione alle associazioni stesse. Il presidente della Regione – questo sì – incontrerà la stampa fra due giorni, il 9 dicembre, nel Parlamentino di Palazzo Vitale: tema della conferenza sarà proprio la sanità.

118 a rischio paralisi, Toma: “Qualcosa non ha funzionato, ma oltre le regole non posso andare”

“È inspiegabile, non abbiamo ricevuto nessuna risposta pur avendo comunicato non ora, ma un mese e mezzo fa ad Asrem e Regione le nostre difficoltà che ci porteranno ad interrompere il servizio dal prossimo 14 dicembre”, ribadiscono alcuni rappresentanti delle associazioni che garantiscono il trasporto nelle emergenze. “Noi vogliamo fare le cose consentite dalla legge, ma se non abbiamo personale volontario non possiamo nemmeno garantire i turni di trasporto per il 118″, rispondono al governatore che lo scorso 1 dicembre ai giornalisti aveva rimarcato che non aveva “intenzione di andare oltre le norme in materia sanitaria. Le associazioni svolgono un servizio di volontariato, ma dobbiamo capire gli spazi normativi che abbiamo a disposizione”. 

La paralisi delle ambulanze del 118 è a un passo, “a meno che la Prefettura non decida di precettarci, ma probabilmente non può farlo perchè noi non siamo dipendenti pubblici anche se offriamo un servizio pubblico. Il problema è che le convenzioni sono scadute, non abbiamo la forza lavoro e non possiamo fare le assunzioni con la somma mensile – meno di 12mila euro – che ci viene erogata per far fronte a tutte le spese. Non ne facciamo una questione di soldi – insistono le associazioni – ma in queste condizioni non riusciamo a garantire un servizio che è essenziale e che è stato fondamentale durante la pandemia: se i medici di base non riuscivano a visitare i pazienti, interveniva il personale del 118″. Personale che ha visto aumentare esponenzialmente il rischio dell’infezione o che ha contratto il virus quando del covid non si sapeva nulla.

Per questo i rappresentanti delle associazioni (che non vogliono esporsi per evitare ritorsioni) sono sgomenti di fronte al silenzio tombale della politica (non solo il presidente Toma, ma anche consiglieri e assessori del centrodestra) e sono preoccupati anche dall’inerzia dei cittadini. Probabilmente non si è compreso che fra sette giorni se siamo vittime di un incidente o se dobbiamo essere trasportati in ospedale per un malore (un infarto ad esempio) non ci sarà nessuno che potrà farlo. “Ai cittadini – ribadiscono le associazioni del 118 – chiediamo di essere al nostro fianco in questa battaglia, di non restare indifferenti perchè perderanno un servizio fondamentale per la loro salute”.

 

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