Nel piccolo ospedale di campobasso

Toma frena sui rimborsi ai privati e Villa Maria chiude un mese: “Costretti, ma ci difenderemo”

Il presidente del Cda Enrico Di Nucci spiega perché nella clinica convenzionata con Asrem non accetteranno più ricoveri e anche gli interventi programmati a dicembre salteranno: "Abbiamo raggiunto il limite del budget, non possiamo sostenere spese extra". Il decreto della struttura commissariale? "Senza contrattazione e senza una stima del fabbisogno di cure dei molisani. Lo impugneremo".

Corridoi vuoti, silenzio nei reparti e nelle stanze, infermiere indaffarate ma calme. E una piccolissima coda di utenti molto pazienti all’accettazione. A 24 ore dall’annunciato stop ai ricoveri, Villa Maria, la clinica privata al centro di Campobasso convenzionata con il sistema sanitario regionale, appare così.

Tra qualche giorno anche gli ultimi pazienti saranno dimessi. Chi era stato ricoverato è stato sottoposto anche oggi, 6 dicembre, all’intervento programmato. Dopodiché i dipendenti saranno messi in ferie e la casa di cura di via Principe di Piemonte chiuderà il pesante portone in legno.

“Ma non per sempre” rassicura il presidente del CdA Enrico Di Nucci che assieme ai fratelli Alfredo e Pasquale Sabelli (eredi dei fondatori) dirige il piccolo ospedale in stile liberty a due passi dal conservatorio Perosi.

“Se la situazione non dovesse cambiare subito le attività riprenderanno a gennaio. Per ora, con sofferenza e dopo averci ragionato sopra a lungo, abbiamo deciso di fermarci, non possiamo fare diversamente. Purtroppo”.

Enrico Di Nucci

La “situazione” a cui Di Nucci fa riferimento è quella che sta tenendo banco da diversi giorni e riguarda il mancato pagamento agli operatori privati convenzionato col pubblico delle fatture di novembre e dicembre emesse per le prestazioni erogate nell’ultimo bimestre del 2022. Tutto questo è accaduto perché il 27 ottobre scorso la struttura commissariale guidata da Donato Toma ha firmato un decreto che fissa i limiti ai rimborsi erogabili ai privati sia per le cure prestate ai molisani che per quelle date ai pazienti che vengono in Molise a curarsi da altre regioni. Al decreto ha fatto seguito un accordo contrattuale che i privati non hanno sottoscritto. E che ha portato alla situazione di questi giorni, con Neuromed, Cattolica e Villa Maria che non accettano più pazienti, non operano e non ricoverano più nessuno, consapevoli che quelle prestazioni non verrebbero rimborsate.

“Il contratto che non abbiamo firmato – spiega il presidente Di Nucci – ci è stato inviato l’11 novembre scorso e andava firmato entro il 18. Una sola settimana di tempo senza che ci sia stato un minimo di concertazione con la struttura commissariale e senza che la stessa abbia tarato i tetti di spesa sul fabbisogno di cure mediche dei molisani. Per quanto riguarda la nostra clinica al 30 novembre abbiamo esaurito il budget a disposizione di 4,2 milioni di euro quindi da qui in avanti qualunque operazione graverebbe esclusivamente sulle nostre spalle e non possiamo sostenere queste spese. O Toma trova una soluzione e sblocca la situazione oppure impugneremo sia il decreto 35 che la comunicazione dell’Asrem in cui ci informavano che non avrebbero più accettato e contabilizzato le fatture di novembre (peraltro coperte dal budget) e dicembre”.

Villa Maria
Villa Maria
Villa Maria

Villa Maria, sorta nel 1952 e da sempre convenzionata col pubblico, conta 40 posti letto. Generazioni di campobassani sono nati in questo ospedale quando c’erano anche la ginecologia e l’ostetricia. Quest’anno ci sono stati circa 3mila ricoveri l’anno, di cui 2mila solo per interventi di oculistica. E’ quello, infatti, il reparto più gettonato per la presenza del dottor Dell’Omo. Ortopedia e Medicina sono le altre unità operative che attirano pazienti anche da fuori regione. Il 40 per cento, stando a ciò che dice il presidente Di Nucci, giunge per curarsi nella clinica campobassana dalle vicine regioni Puglia, Campania e Abruzzo. Il restante 60 per cento è composto per la stragrande maggioranza da pazienti indirizzati a Villa Maria dall’Asrem stessa per esempio tramite i medici di famiglia.

C’è, insomma, una strettissima interdipendenza tra l’azienda sanitaria e la clinica privata. Esattamente come per Neuromed e Cattolica, solo con numeri più piccoli.

A favore degli operatori privati – e non poteva che essere così – ha preso posizione l’Aiop, l’associazione italiana ospedalità privata del Molise che in una durissima nota ha puntato il dito contro il commissario ad acta Toma.

Secondo l’associazione prevedere un tetto di spesa massimo (cosa che è stata sempre fatta dai precedenti commissari anche senza accordo contrattuale) minerebbe i principi costituzionali per diverse ragioni: intanto perché limiterebbe il diritto dei cittadini italiani di altre regioni di potersi curare nei centri di eccellenza del Molise e poi perché col decreto 35 è come se Toma volesse imporre alle altre regioni quanto debbano spendere per la loro mobilità passiva. Perdendoci anche denaro giacché da quei rimborsi fatti alla nostra Regione dai territori vicini il Molise trattiene anche una percentuale quindi, questo sostiene l’Aiop, non ha alcun senso limitare la mobilità attiva di pazienti provenienti da altre regioni verso le strutture sanitarie del Molise.

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