Fumata nera dopo il vertice

Sanità, 200 operatori a casa dal 1 gennaio: niente accordo in Prefettura. Sindacati pronti a proclamare lo sciopero

Non ci sono più speranze per i precari: fra tre giorni perderanno il posto di lavoro. Non è stato trovato l'accordo nel tentativo di conciliazione in Prefettura con il commissario alla sanità Toma, il suo vice Papa e il direttore generale dell'Asrem Florenzano. "Tutte le nostre proposte, anche quella di prorogare per almeno tre mesi, sono state respinte", sottolinea Sonia Lepore (Nursind). Saranno svuotate le corsie degli ospedali, Costanzo Sampogna (Cisl): "Perderanno personale il pronto soccorso, Malattie Infettive e Terapia Intensiva".

Ad eccezione di 85 infermieri, quasi 200 operatori sanitari perderanno il lavoro fra tre giorni: dal 1 gennaio non saranno più nelle corsie degli ospedali molisani. In Prefettura non è stato raggiunto nessun accordo al termine del tavolo convocato prima di Natale, ossia dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte dei sindacati confederali, ossia Fp Cgil, Cisl Fp Abruzzo e Molise, Uil, Fials, Nursind e Nursing Up. 

“Il tentativo di conciliazione non è andato a buon fine, sono state respinte tutte le nostre proposte. Non ci resta che proclamare lo sciopero”, spiega la sindacalista Sonia Lepore al termine del lungo summit a cui hanno partecipato il commissario alla sanità Donato Toma, il suo vice Giacomo Papa e il direttore generale dell’Azienda sanitaria Oreste Florenzano.

Convocato a mezzogiorno, il confronto inizia quasi con mezz’ora di ritardo. Al tavolo tutti i sindacati confederali che non hanno riconosciuto l’accordo sottoscritto dalla Ugl e che prevede una proroga solo per 85 infermieri.

In attesa, davanti al Palazzo del Governo, decine di oss protagonisti di una battaglia per salvare il posto di lavoro che purtroppo oggi hanno perso. Non nascondono la sfiducia, l’amarezza per quello che succederà. L’incubo si materializza intorno alle 15, quando il summit finisce. “I contratti non saranno prorogati, Regione Molise e Asrem sono rimaste sulle loro posizioni. Noi inizialmente avevamo proposto la proroga di tutti i contratti, poi avevamo chiesto una proroga di almeno tre mesi nelle more dell’approvazione dell’emendamento (quello presentato dall’onorevole Lancellotta, ndr) in manovra che prevede una stabilizzazione per il personale sanitario. Non c’è stato nulla da fare – insiste la sindacalista del Nursind – e ora si consumerà un dramma sociale perchè decine di lavoratori resteranno senza uno stipendio e gli ospedali avranno meno forza lavoro in una generale carenza di forza lavoro che da tempo denunciamo”.

Gianluigi Angelucci, segretario Fp Cgil, non esita subito dopo la lunga riunione, durata circa 3 ore, di esito negativo. “Non possiamo affatto considerarci soddisfatti. La nostra proposta di prorogare i contratti a tutti e 280 i precari non è stata accettata dall’azienda. Nè ci soddisfa la proroga che riguarda solo 85 infermieri”. Ora tutte le sigle sindacali decideranno il da farsi ma non si esclude di andare allo sciopero

Probabile che una soluzione venga trovata ma non è quella che soddisfa i sindacati che intanto si preparano a proclamare lo sciopero. “A gennaio Asrem dovrebbe elaborare il nuovo piano triennale sul fabbisogno del personale”, spiega Fernanda De Guglielmo. Circa 200 unità di personale potrebbero andare sì a casa dal 1 gennaio per poi essere riassunte e a tempo indeterminato. Ma l’interruzione – anche se temporanea – del rapporto di lavoro non è quella auspicata dalle organizzazioni sindacali e soprattutto da chi per un periodo di tempo vedrà interrompersi il rapporto di lavoro.

In molti reparti dell’ospedale Cardarelli di Campobasso mancherà il personale, per questo noi della Fp Cisl avevamo chiesto il rinnovo di tutti i precari. Ci saranno problemi di garantire i livelli essenziali di assistenza nel reparto di Terapie Intensive, il pronto soccorso, la Cardiologia e Malattie Infettive”, rimarca Costanzo Sampogna. “Dai dati che abbiamo raccolto mancheranno dodici infermieri in Infettive, undici in Rianimazione, dieci al pronto soccorso, sette in Cardiologia, altrettanti nelle strutture penitenziarie”. 

I sindacati stanno portando avanti la vertenza per tutti coloro che hanno i requisiti previsti per la stabilizzazione. Ma l’interruzione – anche se temporanea – del rapporto di lavoro non è quella auspicata dalle organizzazioni sindacali e da chi per un periodo di tempo non avrà uno stipendio. La fine del 2022 è nerissima per questi lavoratori. Che ora possono solo sperare che il Governo mantenga l’impegno contenuto in un ordine del giorno votato alla Camera che prevede di “stabilizzare, previo espletamento di apposita procedura selettiva ed in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale dirigenziale e non dirigenziale dei diversi ruoli del Servizio Sanitario nazionale, contrattualizzato, a vario titolo, anche con contratti flessibili e anche qualora non più in servizio, nei limiti di incremento del tetto di spesa del personale previsto dalle singole regioni per gli anni 2022, 2023 e 2024”.

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