Il tentativo del governatore-commissario ad acta Donato Toma di placare i malumori degli operatori privati accreditati è durato pochissime ore. Era inevitabile la reazione del Gemelli Molise, che assieme al Neuromed è la principale struttura privata che opera in regime di convenzione nel sistema sanitario molisano, che respinge le accuse del capo della Giunta. E poi annuncia di aver inoltrato richiesta di accesso agli atti per poter leggere la relazione con cui l’Agenzia governativa Agenas avrebbe rilevato incongruenze tra le prestazioni di radioterapia e il fabbisogno effettivo dei pazienti molisani. “Dai riscontri effettuati assieme ad Agenas, sono emerse incongruenze sulla radioterapia effettuata: il fabbisogno di radioterapia in Molise ammonta a 2 milioni e 700mila, ma noi abbiamo pagato una cifra molto più alta, ovvero circa 4,2 milioni di euro in un anno”, le parole del commissario Toma nella conferenza stampa convocata ieri.
“Appare oltremodo singolare apprendere dagli organi di informazione di presunte irregolarità che riguarderebbero la nostra struttura, ci saremmo aspettati da un alto rappresentante delle Istituzioni un approccio sicuramente diverso, caratterizzato dal confronto, condivisione e trasparenza”, esordiscono i vertici del Gemelli nella nota inviata alla stampa per replicare al governatore-commissario.
Nei confronti di Toma l’accusa di non aver reso pubblica la relazione con cui l’Agenzia nazionale avrebbe rilevato le presunte irregolarità di cui si starebbe occupando la magistratura (sempre a detta del presidente): “Il commissario si è ben guardato dal renderla pubblica (la relazione, ndr), trincerandosi dietro il presunto vaglio di organi deputati, anch’essi non menzionati”.
Poi la struttura privata fornisce numeri e dati che attestano l’aumento delle prestazioni di radioterapia a fronte di un numero maggiore di pazienti molisani bisognosi di cure negli ultimi sette anni: “Al fine di dirimere dubbi sull’aumento delle prestazioni di Radioterapia, la cui crescita è stata definita dal commissario ad acta anomala ed esponenziale, il numero dei pazienti trattati è in costante e graduale crescita dal 2016″.
“Negli ultimi anni, dunque, il numero dei pazienti affetti dalle gravi patologie oncologiche è cresciuto in maniera drammatica. Per tale ragione – insiste il Gemelli – per soddisfare la crescente domanda di salute e in considerazione della circostanza che la Struttura è unico riferimento radioterapico della Regione e per molte zone limitrofe, abbiamo sostituito, dal 2018, due acceleratori lineari di radioterapia per garantire prestazioni sempre più efficienti e assicurando cure sempre più performanti a tutela della salute dei pazienti”.
Al Gemelli quindi sono stati ammodernati i macchinari con cui vengono effettuate le prestazioni per i malati oncologici. A sua difesa, il centro di largo Gemelli ricorda di non aver mai interrotto le attività nei due anni dell’emergenza sanitaria proprio per non ‘abbandonare’ i pazienti che hanno bisogno di cure delicate: “Anche durante gli anni di pandemia l’UOC di Radioterapia ha continuato a operare regolarmente, effettuando l’attività clinica senza alcuna interruzione e assicurando i necessari livelli di assistenza anche a fronte di un notevole incremento della complessità dei trattamenti effettuati”.
I vertici societari di Gemelli quindi respingono ogni addebito su presunte irregolarità e rimborsi gonfiati: “Le parole del commissario sono accuse rivolte all’indirizzo di questa struttura che Gemelli Molise respinge con decisione, tanto più in considerazione del fatto che, trincerandosi dietro la Relazione AGENAS, il commissario si è sottratto ad ogni legittimo e doveroso contraddittorio con la struttura”.
La società ha inoltrato un’apposita istanza d’accesso agli atti “per ottenere copia della relazione Agenas e di ogni altro utile documento. All’esito dell’acquisizione di tale documentazione la Struttura adotterà ogni più opportuna azione a tutela degli interessi dei pazienti e della propria reputazione”.
Lo scontro tra Toma e l’operatore privato potrebbe dunque spostarsi in Tribunale.
commenta