Costa molisana

Legambiente spinge sull’eolico in mare: “La vera minaccia per il nostro paesaggio sono i cambiamenti climatici”

Il progetto per le 120 torri energetiche flottanti al largo della costa potrebbe essere messo a sistema con la Gigafatory di Stellantis. Andrea De Marco, presidente Legambiente, auspica una discussione matura e lontana dalla sindrome Nimby (non nel mio giardino) che ha privato quindici anni fa il Molise di un impianto che sarebbe stato l'avanguardia, utile anche a contrastare i cambiamenti climatici.

Tutelare il paesaggio è importante, nessuno dice il contrario. Ma siamo sicuri che la reale minaccia per il paesaggio, valore ambientale ed economico del Molise, siano i pannelli fotovoltaici o le pale bianche dell’eolico? Legambiente, fin dal 2007 favorevole all’eolico in mare al largo della costa molisana, torna a spingere su un progetto che oltre a essere innovativo dal punto di vista energetico rappresenta un mezzo di contrasto ai cambiamenti climatici, “vero fattore di rischio per il nostro paesaggio”.

 

 

“Per tutelare davvero il paesaggio dobbiamo accompagnare i nostri stili di vita attraverso una transizione ambientalmente sostenibile – dichiara il presidente di Legambiente Molise Andrea De Marco, fornendo uno spunto di riflessione alternativo al dibattito che ha esordito con la presentazione dell’istanza per 120 torri a tecnologia flottante al largo della costa molisana presentato dalla Maverick Srl – Non c’è tutela del paesaggio senza attenzione all’ambiente. I cambiamenti climatici sono il vero fattore di rischio per il nostro paesaggio. Gli eventi atmosferici di eccezionale portata che si verificano in maniera sempre più frequente mettono a rischio il territorio per come siamo abituati a conoscerlo. Ricordare quanto successo lo scorso anno a Campomarino e Nuova Cliternia, dove una tromba d’aria nel mese di agosto massacrò i vigneti, o gli eventi estremi che hanno causato vittime in provincia di Ancona e a Ischia, ci aiuta a capire quanto importante sia contrastare la crisi climatica in atto. Per fermare la febbre del pianeta c’è bisogno di produrre energia in maniera diffusa, diminuendo le emissioni prodotte da tale attività, e questo lo si può fare solamente con le fonti rinnovabili sia a terra che a mare”.

 

 

L’associazione ambientalista invita la politica regionale ad evitare di cavalcare la sindrome nimby come fatto negli anni scorsi, quando il Molise si oppose alla realizzazione di quello che poteva essere il primo impianto eolico marino nel Mediterraneo. Già da allora ci furono le alzate di scudi degli amministratori locali che ipotizzarono i possibili danni arrecati al turismo e alla pesca in caso di realizzazione dell’impianto. “La crisi del settore della pesca è lampante e sotto gli occhi di tutti, mentre per quanto riguarda il turismo abbiamo già avuto modo di commentare la folle idea di cementificare la costa di Montenero di Bisaccia con il progetto South Beach. È ora di recuperare il tempo perso. L’eolico offshore con il suo potenziale installabile rappresenta non solo un’opportunità di innovazione e sviluppo per l’Italia, ma anche un contributo fondamentale alla lotta contro l’emergenza climatica e un presidio di biodiversità. I parchi eolici a mare, infatti, possono diventare luoghi di ripopolamento per molte specie marine. Tecnologie, quindi, che se ben progettate possono portare diversi vantaggi, sia per il settore della pesca, sia per valorizzare competenze già presenti nel porto di Termoli e creare nuove opportunità lavorative. E anche e soprattutto se questo progetto sarà messo a sistema con la gigafactory di Stellantis”.

Insomma, è ora di sgombrare il campo da dubbi e scetticismi che hanno lasciato al palo un tipo di energia sostenibile, rinnovabile e locale, attivando da subito confronto e condivisione sul territorio. “La strada delle rinnovabili – continua Legambiente –  tra cui l’eolico dell’offshore, è quella giusta, ed è necessario lasciarle campo libero non solo per portare innovazione e sviluppo in territori come il Molise ma anche raggiungere degli obiettivi di decarbonizzazione da raggiungere entro il 2030”.

 

Molise autonomo dal punto di vista energetico? Falso – Nessun impianto è perfetto, ma insieme, attraverso processi pubblici di partecipazione e ascolto con i territori, è possibile trovare la strada per raggiungere gli obiettivi climatici, ma anche per offrire opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile chiudendo definitivamente centrali inquinanti come quelle molisane a fonti fossili. “Il Molise – dichiara ancora il Presidente di Legambiente Molise Andrea De Marco – vive nella falsa convinzione di essere autonoma dal punto di vista energetico grazie ai numerosi impianti eolici presenti nell’entroterra. Cosa vera in parte. È vero che il Molise produce più energia di quanto consuma, ma questo grazie alla presenza delle centrali turbogas che da sole producono circa 2/3 dell’intera energia prodotta in regione. Pochi però  tengono in considerazione che nei prossimi anni bisognerà elettrificare i nostri sistemi di trasporto, sia pubblici che privati, ad oggi totalmente dipendenti dalle fonti fossili. Quindi ben venga la novità che porta con sé questo progetto, ossia la Hydrogen Valley e l’idea di rendere il trasporto pubblico su gomma carbon free”.

 

IL PROGETTO PER L’EOLICO OFFSHORE AL LARGO DELLA COSTA MOLISANA

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