Crisi ospedaliera

Caos Sanità, 4 consiglieri di centrodestra scrivono ai Ministri: “Fate qualcosa”. Il sindaco Gravina va dal Prefetto

Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo chiedono l'intervento del Ministero della Salute, del Mef e del dicastero per il Sud. "Situazione drammatica, bisogna agire". E' anche la certificazione della frattura politica con Toma. Intanto il sindaco di Campobasso ha richiesto un incontro istituzionale col Prefetto.

“Chiediamo un vostro intervento per scongiurare atti che mettano a serio rischio la salute e la vita dei molisani, vista la gravissima situazione che si sta verificando a livello locale relativa alla situazione sanitaria”. Sono le parole che Michele Iorio, Salvatore Micone, Gianluca Cefaratti e Aida Romagnolo (consiglieri regionali in quota centrodestra della maggioranza di Donato Toma) mettono nero su bianco in una lettera inviata al ministro della Salute Schillaci, al ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti e al ministro per il Sud Fitto.

La situazione esplosa con l’annuncio delle dimissioni dei pazienti ricoverati nelle strutture private convenzionate del Molise, dal Neuromed al Gemelli a Villa Maria e alle altre cliniche minori, così come lo stop delle prestazioni specialistiche, fanno esplodere la situazione. Dai quattro esponenti di centrodestra una richiesta di aiuto ai Ministri competenti che suona anche come la certificazione della frattura politica con Donato Toma, velatamente accusato di essere la causa del caos che si è creato in Molise con il decreto n. 35 che blocca il pagamento degli extrabudget e sul quale si è radicata la comunicazione della Asrem che avverte di come le fatture relative all’ultimo bimestre del 2022 non saranno liquidate.

Lettera Iorio e consiglieri regionali

“La già drammatica organizzazione della rete ospedaliera pubblica, così come prevista dal POS in vigore e da quello posto all’attenzione del tavolo tecnico da parte del presidente/commissario ad acta Donato Toma, viene aggravata ora da provvedimenti di sospensione anche per le strutture private accreditate e convenzionate – si legge nella lettera ai Ministri -. La programmazione dell’organizzazione della rete dell’emergenza, con particolare riguardo alle patologie tempo dipendenti, è già di per sé carente in quanto elimina una serie di servizi che vanno dalla chiusura del reparto di emodinamica negli ospedali pubblici regionali fino al trasferimento dei pazienti molisani con ictus emorragico fuori regione (senza calcolare l’incisione che la distanza e il tempo avrebbe sull’aggravamento di patologie dove il tempo, appunto, è fattore fondamentale per ridurre i tempi dall’evento al trattamento e per garantire il trattamento non solo in termini di riduzione di mortalità ma anche in termini di riduzione della disabilità)”.

A Schillaci (da poco venuto in Molise), Giorgetti e Fitto viene chiesto aiuto: “Senza prevedere una valida alternativa per le cure dei pazienti, Regione Molise e Asrem chiedono la sospensione delle attività sanitarie in atto e programmate nonché la dimissione dei pazienti compresa l’interruzione della continuità assistenziale. Quindi, di fatto, la chiusura delle strutture. Le ripercussioni di queste azioni non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni. Chiediamo dunque un Vostro l’intervento per scongiurare atti che mettano a serio rischio la salute e la vita dei molisani, certi di un riscontro urgente”.

I privati, senza soldi, hanno deciso di fermarsi. E a farne le spese sono i pazienti, i cittadini molisani.

Toma frena sui rimborsi ai privati e Villa Maria chiude un mese: “Costretti, ma ci difenderemo”

 

Il sindaco di Campobasso Roberto Gravina è più moderato e ritiene che la situazione non sia un affare dei ministeri, anche per una maggiore serenità di giudizio politico.  “La vicenda relativa alla sanità con la decisione dei privati di sospendere l’erogazione delle prestazioni e i ricoveri sta gettando nel panico centinaia di cittadini e pazienti. Chiederò un incontro istituzionale in Prefettura affinché si affronti presto la questione”.

Roberto Gravina invita, “al netto di ogni considerazione politico-amministrativa e imprenditoriale”, ognuno “a fare la sua parte per trovare una soluzione e garantire il diritto alla salute dei molisani”.

Una soluzione di compromesso in realtà Gravina ce l’ha: “Come per il passato, pur consapevoli delle difficoltà enormi che entrambe le parti hanno, sarebbe auspicabile in primis sbloccare il residuo budget non contestato ovvero quello da contratto e poi avviare una discussione seria tra le parti passando inevitabilmente per i tavoli romani. Firmare i contratti, quindi, accettando con riserva il budget in modo che la Regione possa erogare il budget di spesa previsto, garantendo risorse ai privati accreditati per pagare personale e fornitori e quindi garantire le cure ai pazienti vecchi e nuovi”.

Una soluzione tampone, certo, quella prospettata dal sindaco di Campobasso, ma comunque finalizzata ad arginare il caos innescato e recuperare la serenità e i rapporti prima di procedere a una nuova convenzione che tuteli interessi pubblici, interessi privati e salute dei molisani. “La vicenda – conclude il sindaco di Campobasso – non può non essere affrontata e risolta attraverso il Ministero della salute e del Mef, d’intesa con la conferenza Stato-Regioni, perché al di là del dibattito pubblico/privato, la salute e il diritto alle cure non possono essere oggetto di scontro. Per questo chiederò un incontro istituzionale in Prefettura, che sappiamo essere già al lavoro sul tema, affinché si affronti presto la questione, restituendo serenità ai tanti cittadini spaventati da questa situazione”.

 

 

 

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