Torella del sannio

Abusa di due 13enni in auto: arrestato pensionato, sconterà la pena in carcere

Atti sessuali con minori: questa l'accusa a carico di un 61enne portato in carcere quattro anni dopo essere stato scoperto dai carabinieri mentre era in atteggiamenti intimi con due ragazzini che avevano poco più di 13 anni

Hanno bussato alla porta di casa sua venerdì 4 novembre per portarlo in carcere. E’ questo l’epilogo di una sordida storia di sesso con due ragazzini che ha portato all’arresto di un uomo di 61 anni, pensionato, residente in un piccolo comune che ricade sotto il controllo dei carabinieri di Torella del Sannio.

I fatti risalgono all’agosto del 2018 quando l’uomo fu scoperto in auto dai carabinieri di Bojano con due giovanissimi, all’epoca non ancora 14enni, in atteggiamenti intimi.

Era notte quando la gazzella dell’aliquota radiomobile della stazione di via Croce si affiancò al veicolo dell’allora 57enne scoprendolo in una equivoca compagnia di due ragazzini. Lui tentò la fuga ma fu rintracciato. La vicenda fu ricostruita nei suoi particolari che portarono alla denuncia dell’uomo accusato di atti sessuali con minori.

L’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Campobasso, però, è stato eseguito solo quattro anni più tardi in ragione di una pena residua di anni 3, mesi 5 e 10 giorni da scontare in regime custodiale.

“Il provvedimento – come spiegano i carabinieri – trae origine dal disposto normativo secondo il quale la sospensione dell’esecuzione della pena non può essere disposta nei confronti degli autori di delitti tra i quali ricorre anche quello contestato all’arrestato”.

Ora il 61enne si trova in carcere a Campobasso “e tra le pene accessorie vi è anche l’interdizione perpetua dall’esercizio di tutela e curatela e per anni 5 dai pubblici uffici”.

Il comandante della compagnia Carabinieri di Bojano ha voluto evidenziare come sia importante denunciare e soprattutto segnalare, “per vincere quel muro di omertà che spesso ci separa dal vicino della porta accanto piuttosto che dal collega di lavoro o dal compagno di classe. Alimentare quella cultura della legalità che porta a rivolgersi alle forze dell’ordine e consentire agli operatori di polizia di fare luce su episodi delittuosi che diversamente rimarrebbero in un sommerso che genera ineludibilmente danni collaterali a volte irreparabili”.

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