La 'guerra' sul budget

Sanità, i privati minacciano tagli e chiusure: “Non siamo responsabili del deficit, milioni dissipati nella gestione pubblica”

Neuromed non esclude di trasferire le attività in Lazio o in Campania, al Gemelli si rischiano esuberi a causa dei tetti di spesa fissati dal commissario Toma: "Non siamo stati noi a danneggiare le casse della Regione Molise: sono stati sprecati soldi per la cattiva organizzazione della sanità ospedaliera". Il prof Frati: "Non si possono scaricare le responsabilità su di noi se nella sanità pubblica i direttori generali sono nominati per via politica e non per competenza, oppure i primari devono essere amici dell'assessore di turno"

L’hanno definita “operazione verità”. I principali operatori della sanità privata molisana – Neuromed e Gemelli – non ci stanno a passare per i ‘cattivi’, per i responsabili dell’aumento del deficit sanitario che il commissario-governatore Donato Toma sta cercando di limitare anche ponendo limiti al budget assegnato a queste strutture.

“E’ sbagliato attribuire alla sanità privata i danni causati alle casse della Regione dalla cattiva gestione dei fondi”, sostengono nell’incontro con i giornalisti organizzato dall’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) a Campobasso e al quale partecipano anche i rappresentanti di Villa Maria, altra clinica privata convenzionata col sistema sanitario regionale. In platea Mario Morlacco, che dieci anni fa si è dimesso da sub-commissario alla sanità molisana quando Michele Iorio era presidente della Giunta e commissario ad acta.

“Milioni di euro sono stati dissipati negli ultimi anni dalla gestione pubblica” e in particolare in “spese non giustificate e improduttive”. A loro dire, gli sprechi sono da ritrovare in “disfunzioni, malfunzionamento e cattiva organizzazione della sanità ospedaliera”. E ricordano al tempo stesso “il debito pregresso di decine di milioni maturato con l’Inps, per contributi non pagati ai dipendenti ospedalieri dopo il terremoto del 2002”.

Nemmeno i privati sono contenti del Piano sanitario 2022-2024, frutto di “una politica fatta di tagli e di mero calcolo ragionieristico senza tener conto del diritto alla salute dei cittadini che vengono a curarsi da noi” ed “è un suicidio, un atto di autolesionismo limitare strutture che portano ricchezza a questa terra, grazie alla qualità delle prestazioni che riescono a richiamare pazienti da Campania e Puglia e all’indotto economico creato”. Considerano particolarmente penalizzanti gli ultimi decreti del commissario Toma e in particolare il decreto 35 che ha approvato i livelli massimi di finanziamento agli operatori privati accreditati con il Servizio sanitario regionale per il 2022. “Grazie ai rimborsi per le prestazioni sanitarie erogate ai pazienti non molisani – spiegano gli operatori privati – la Regione Molise ha un margine di guadagno del 15%”. In pratica, “al Molise vengono rimborsati circa 100 milioni all’anno per la mobilità attiva e, al netto dei pagamenti erogati alle strutture private, nelle casse della Regione restano 15 milioni“.

Neuromed e Gemelli fanno fronte comune per evitare conseguenze disastrose: “Se le cose non cambiano, siamo costretti a chiudere, a trasferire le attività in un’altra regione oppure a licenziare i dipendenti”. Il presidente del Gemelli Stefano Petracca è durissimo: “Per i privati 101 milioni sono stati stanziati nel 2022, 52 milioni sono per i pazienti non molisani. Solo 48 milioni sono dunque a carico della Regione Molise”. Ecco perchè, affonda, “la misura è colma per tutte le strutture private: noi siamo arrivati dalla Svizzera, abbiamo deciso di investire in Molise, ma qui è impossibile lavorare. Al Gemelli abbiamo chiamato delle eccellenze nel campo della medicina, come il professore Antonio Maria Calafiore che da giugno dirige il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari dell’ospedale, e ci accusano di voler speculare. Abbiamo sentito pronunciare da parte di alcuni consiglieri regionali delle bugie che sarebbero da arresto”, dice probabilmente riferendosi ai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. 

Pochi mesi fa il Gemelli aveva annunciato lo stop della radioterapia per i pazienti oncologici perchè il budget era esaurito. “Come possono chiederci di fermare le nostre attività? Il problema contabile non ha niente a che vedere col diritto alla salute. Tutte le strutture private intercettano il bisogno di sanità, ma hanno fissato un budget per i privati senza considerare il reale fabbisogno dei cittadini”.

Anche al Neuromed, ospedale di proprietà dell’europarlamentare Aldo Patriciello, le acque sono agitate. L’eurodeputato, che aveva sostenuto l’attuale presidente Toma in campagna elettorale, non c’è alla conferenza. In rappresentanza dell’Ircss di Pozzilli parla il presidente Giovanni de Gaetano: “Noi lavoriamo sotto il controllo del Ministero della Salute che ci chiede di essere un punto di riferimento nazionale per le neuroscienze”. Tuttavia, “se non riusciamo a lavorare perchè si riduce il budget e non possiamo curare pazienti di fuori regione, non possiamo dare risposte a quello che il Ministero ci chiede e quindi Neuromed chiude”. Ossia il Molise perderà l’unico istituto di ricovero e cura a carattere scientifico presente tra la nostra regione e l’Abruzzo.

L’Ircss è nato in provincia di Isernia grazie al professore Luigi Frati: originario della Toscana, “ho scoperto il Molise per caso” e “ho considerato un dovere morale venire al Sud dopo aver svolto ruoli importanti anche negli Stati Uniti”. Riferendosi all’eterna ‘dicotomia’ pubblico-privato sottolinea: “Innanzitutto, per la sanità pubblica e per quella privata ci sono due conti separati. Tuttavia, penso che la sanità pubblica debba essere riordinata in modo tale che sia efficiente ed efficace. Nella sanità italiana se i direttori generali sono nominati per via politica e non per competenza, oppure i primari devono essere amici dell’assessore, è un problema che va affrontato per quello che è, senza scaricare le responsabilità su altri”. 

“Noi – scandisce – offriamo assistenza sanitaria di qualità per i pazienti del Molise e del Sud, della quale usufruiscono per il 15% i molisani, per l’85% i pazienti non molisani, i cui costi vengono pagati dalle altre regioni. Quindi è sbagliato confondere i problemi. Io spero di poter rimanere in Molise anche perchè abbiamo fatto progetti importanti, uno riguardava la diagnosi anticipata di malattia neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer”. Il professor Frati spiega il possibile destino del Neuromed che “ha strutture anche nel Lazio e in Campania. Dover andare altrove danneggia solo i molisani”. 

Morlacco interviene alla fine ed emette la sua ‘sentenza’: “La situazione è grave e seria: il problema risiede nel rapporto tra Regione e tavoli di verifica”.

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