Conti in rosso

“Regione piena di debiti per gestioni passate”. Toma chiede al Governo 41 milioni

Informativa in Consiglio del presidente che ha riferito l'esito di un'ampia ricognizione effettuata sui conti della Regione che ha un disavanzo di 533 milioni. Dopo aver accusato (senza nominarli esplicitamente) i suoi predecessori Iorio e Frattura, Toma ha annunciato di aver chiesto ai ministri Fitto e Giorgetti di poter coprire una parte del debito con Fsc 2021-2027: "Stiamo provando a smuovere questo stagno torbido"

La Regione Molise ha una ‘montagna’ di debiti: il disavanzo calcolato nel complesso è di 533 milioni. Una piccola fetta –  41 milioni – potrebbe essere coperta con i finanziamenti del Fondo sviluppo e coesione, Fsc 2021-2027. Per ottenere l’autorizzazione all’impiego dei fondi, il governatore Donato Toma ha scritto al ministro Raffaele Fitto e – per conoscenza – al ministro Giancarlo Giorgetti, il primo titolare degli Affari europei e delle Politiche di coesione, il secondo a capo del Mef (Ministero Economia e Finanze).

Lo annuncia oggi (28 novembre) in una informativa al Consiglio regionale, dove il vertice della Giunta regionale ha riferito l’ampia ricognizione svolta dagli uffici regionali con il supporto della Corte dei Conti. Il motivo? “Non voglio fare sconti a nessuno”, dice sibillino. “Ma il periodo dei saldi sta per arrivare”.

“In questi tre anni abbiamo effettuato un’indagine molto faticosa sui residui attivi e passivi precedenti alla mia amministrazione e a quella ancora precedente”, scandisce Toma riferendosi ai governi Frattura e Iorio. “È stata un’operazione molto faticosa perché negli anni passati i residui venivano poco approfonditi. È stata fatta un’analisi puntuale assieme alla Corte dei Conti che ci ha dato gli elementi e che ha costretto la struttura a tirar fuori tutte le carte, anche quelle che non si trovavano”. Il presidente sottolinea che “quando mi sono insediato, al 31 dicembre 2017, c’era un disavanzo di circa 533 milioni di euro”.

Il governatore parla di “un’operazione di chiarezza politica“. Impossibile non pensare alla scelta del futuro leader della coalizione che sta tenendo banco nel centrodestra: una parte dei partiti dell’attuale maggioranza non sarebbe favorevole al bis di Donato Toma.

“Negli ultimi tre anni – insiste lui leggendo la relazione finale del capo dipartimento al Bilancio – abbiamo utilizzato circa 130 milioni di risorse nostre per coprire i residui attivi che erano crediti non erano riscuotibili e tenuti, a mio avviso indebitamente, nella contabilità regionale”. Toma fornisce le cifre, rivendica la sua azione e la volontà di “smuovere questo stagno torbido e apparentemente fermo“, evidenzia che “sul bilancio regionale gravano anche mutui e anticipazioni di liquidità per far fronte al disavanzo sanitario” e sul quale ora non si sofferma sulla sanità perchè “lo farò prima di Natale in conferenza stampa”.

In questa azione di “risanamento del bilancio, operato attraverso la cancellazione di residui attivi e vetusti”, nella relazione inviata al Ministero il presidente ha chiesto “l’assegnazione alla Regione e l’autorizzazione all’utilizzo una quota di 41 milioni a valere sui Fondi FSC 2021-2027 per ripianare il disavanzo”. Poi Toma informa l’Aula sull’incontro con il ministro Calderoli sull’autonomia differenziata (“ho ribadito la volontà espressa dal Consiglio regionale che ha approvato un’apposita mozione” e sull’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (oggi organo politico istituito, a suo tempo, su base volontaria da parte delle diverse regioni e province autonome): verrà presto approvato da tutti i Presidenti di Regione un protocollo sulla valorizzazione del ruolo della Conferenza.

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