In attesa del progetto

Raddoppio ferroviario, la storia infinita: si studia ancora lo spostamento della stazione di Termoli

La Regione Molise firma protocollo di intesa con Rfi e Comune: nello studio di fattibilità per il completamento del 'Nodo Termoli' anche l'ipotesi di delocalizzare la stazione fuori dal centro urbano

Il progetto definitivo atteso nei prossimi mesi dovrebbe togliere ogni dubbio. Ma i quesiti ad oggi restano aperti: che ne sarà della stazione di Termoli? Al momento non è dato saperlo e il condizionale resta d’obbligo quando si parla del raddoppio ferroviario Termoli-Lesina e in particolare del ‘Nodo Termoli’.

L’incertezza regna ancora, nonostante il primo lotto (Ripalta-Lesina, tutto in Puglia) sia già cantierizzato: la Regione Molise ha di recente approvato il Protocollo d’intesa già firmato da Rfi e Comune di Termoli, mettendo nero su bianco che del futuro della stazione si sa ancora molto poco. Il Protocollo serve infatti ad assicurare che vengano eseguite le osservazioni del commissario straordinario nominato dal Governo Draghi per l’esecuzione dell’opera.

Sono sostanzialmente tre le osservazioni dell’ordinanza del commissario straordinario che vanno eseguite: la prima è la sottoscrizione del protocollo d’intesa con progetto definitivo che preveda “lo sviluppo di uno studio di fattibilità delle alternative progettuali finalizzato alla “Sistemazione del Nodo ferroviario di Termoli” per consentire l’unitario sviluppo del tessuto urbano della città di Termoli e il contenimento acustico, per la migliore fruizione delle popolazioni interessate”.

Cosa significa? Vuol dire che la sistemazione del raddoppio nel tratto ferroviario su Termoli deve ancora trovare la soluzione del rebus dovuto al raddoppio dei binari e cioè maggiore inquinamento acustico – come più volte lamentato dal comitato termolese su questo argomento – e della frattura esistente nel centro urbano, tagliato a metà proprio dai binari. Quindi serve una soluzione diversa da quella attuale.

L’osservazione successiva va ancora di più nello specifico. “Individuare, in sede di studio di fattibilità, anche possibili soluzioni di riallocazione della stazione ferroviaria di Termoli al di fuori del nucleo cittadino assicurando alla stessa una migliore sistemazione in termini urbanistici, di edilizia, di accessibilità e fruibilità anche commerciale e favorendo lo sviluppo di un sistema intermodale di trasporti in ambito regionale ed interregionale per lo scambio e il transito delle merci sia dalla zona industriale di Termoli che dal porto di Termoli”. Ed ecco il punto fondamentale: il protocollo non solo non esclude, ma quasi auspica lo spostamento della stazione da Piazza Garibaldi. In questo senso non c’è alcuna ipotesi di copertura dei binari, come si era detto in passato.

piazza garibaldi stazione

Infine l’ultima prescrizione è relativa alle aree circostanti la stazione, compresa probabilmente quella piazza Donatori di sangue dove il Comune di Termoli vorrebbe realizzare un parcheggio multipiano con ponte ciclopedonale diretto verso il centro anche se i tempi sembrano strettissimi. “Sottoscrivere un Protocollo d’intesa con il quale verranno definiti gli aspetti patrimoniali e gestionali degli assetti limitrofi alla stazione ferroviaria di Termoli, anche con riferimento a quelli già individuati con i precedenti Protocolli d’Intesa sottoscritti, sia in termini di sviluppo degli stessi sia rispetto dell’attuale utilizzo degli stessi da parte dell’amministrazione comunale”.

Nel luglio scorso Rfi aveva fatto sapere di aver affidato al Raggruppamento Temporaneo di Imprese composto da D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali Srl, ReseArch Consorzio Stabile Scarl e Atlante ScpA la progettazione esecutiva del tratto Termoli-Ripalta, 25 km appena ma probabilmente la parte fondamentale dell’opera per un investimento di 594 milioni di euro sui 700 complessivi, con l’intenzione di avviare il cantiere nel primo semestre 2023 e completarlo entro il 2027. A meno di cinquanta giorni dal Capodanno 2023, il progetto definitivo non c’è ancora e non si sa bene cosa ne sarà della stazione di Termoli e delle opere annesse.

A questo proposito proprio nelle scorse ore l’AD del Gruppo FS, Luigi Ferraris, è intervenuto all’Assemblea Anci parlando della presenza delle ferrovie nei Comuni italiani, con riferimento ai fondi del Pnrr.
“Il nostro Piano industriale decennale da 190 miliardi di euro ci pone l’obiettivo di aumentare la disponibilità di infrastrutture – ha spiegato Ferraris – permettendo di aumentare la capacità del trasporto del 20%, favorendo l’uso del treno sia per il trasporto passeggeri che per le merci. Puntiamo anche a riqualificare i territori e gli spazi attualmente non utilizzati dalle nostre attività, con l’obiettivo di arrivare ad avere 200 parcheggi in prossimità delle stazioni così da contribuire all’intermodalità tra diversi mezzi di trasporto”.

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