La gestione della pandemia in molise

Posti letto covid falsati, il Tribunale archivia l’inchiesta: “I dati comunicati a Roma erano corretti”

Erano indagati, fra gli altri, Donato Toma, Oreste Florenzano e l'ex commissario Giustini. Il gip ha condiviso la tesi del pm e ha disposto l'archiviazione. L'avvocato Iacovino, del Comitato Vittime, non esclude provvedimenti contro la decisione.

I dati sul numero dei posti letto di terapia intensiva del Servizio Sanitario regionale del Molise comunicati al Ministero della Salute durante le fasi cruciali della pandemia (che finora in regione ha causato circa 690 morti) non erano falsati. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Campobasso Roberta D’Onofrio ha condiviso punto per punto la tesi della Procura e ha disposto l’archiviazione nei confronti di sette indagati per epidemia colposa, delitti colposi contro la salute pubblica, falsità ideologica e rifiuto di atti d’ufficio.

Erano stati iscritti sul registro il governatore Donato Toma, l’ex commissario ad acta Angelo Giustini, il sub commissario Ida Grossi, Lolita Gallo della direzione della Salute del Molise, Oreste Florenzano vertice Asrem, il funzionario Francesco Sforza e Andrea Urbani, direttore del Ministero della Salute, in seguito alla denuncia presentata da una giovane donna, Camilla Caterina, che sulla base di calcoli e incrocio di dati aveva presentato un esposto con una nutrita documentazione per provare che il numero dei posti della Rianimazione comunicato a Roma era falsato e che da questo sarebbe derivata una gestione che ha compromesso pericolosamente la salute e la vita della comunità.

All’epoca – come si ricorderà – la comunicazione del numero di pazienti nelle Terapie Intensive incideva sulla determinazione della colorazione delle regioni suddivise in fasce a seconda del numero di contagi registrati. Camilla Caterina aveva evidenziato, in una denuncia corredata da atti e finanche da risposte ottenute direttamente da Urbani del Ministero, che il Molise permaneva in zona gialla nonostante la media del valore dell’indice Rt sempre sopra quello nazionale perché i posti comunicati a Roma erano in realtà nettamente inferiori a quelli realmente occupati nell’ospedale Cardarelli di Campobasso, unico Hub covid del Molise.

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In realtà la Procura attraverso il Pubblico Ministero non aveva trovato supporto a questa tesi con gli accertamenti dei carabinieri del Nas di Campobasso e una specifica consulenza tecnica che era stata affidata al dottor Ferro. Le perizie, aveva già rilevato il pubblico ministero, “hanno permesso di dimostrare che i dati comunicati dalla Regione Molise erano corretti”.

Nell’ambito della stessa inchiesta per la quale è stata chiesta l’archiviazione c’è la vicenda di una paziente morta in attesa di essere ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Campobasso e non ricoverata in terapia intensiva. In questo caso però il Pm aveva concluso che la vicenda non riguardava il numero di posti letto della intensiva, perché la donna aveva patologie croniche antecedenti all’infezione da covid-19 che ne avrebbero controindicato il trattamento in intensiva.

 

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Il giudice non ha ravvisato conclusioni diverse da quelle della pubblica accusa, stabilendo che non ci sono i requisiti richiesti per configurare il reato di epidemia colposa né i reati di falsità ideologica e rifiuto di atti di ufficio. Il gip ha quindi accolto la richiesta del Pm disponendo l’archiviazione del procedimento che era stato avviato anche da Francesco Mancini, rappresentante legale del Comitato dignità e verità per le vittime del Covid.

Ed è proprio il difensore del comitato Vincenzo Iacovino a far sapere oggi che “sarà verificato con attenzione il provvedimento e si deciderà il da farsi in attesa del processo madre che è stato fissato a gennaio 2023 per valutare le gravissime responsabilità prospettate dal comitato che hanno portato anche diversi stralci di indagine”. Il Comitato vittime covid ha sempre detto che i 39 posti letto comunicati a Roma e sui quali il Nas ha svolto gli accertamenti sono stati  smentiti dagli ispettori del Ministero che all’epoca, nel febbraio 2021, avevano messo in evidenza la mancata creazione dei 14 posti letto aggiuntivi concessi al Molise per l’emergenza covid. Il giudice però, condividendo l’esito delle perizie disposte dalla Procura, non ha accolto questa rilevazione.

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