L'inchiesta giudiziaria

Il sindaco di Molise indagato per riciclaggio. La Finanza alla fondazione Aldo Messere

I cinque immobili per 2,6 mln di euro sequestrati dalla Finanza su richiesta della Procura di Campobasso sono riconducibili a Domenico Cirelli, primo cittadino del comune di Molise, che attraverso varie coop gestisce numerose case di riposo in regione. Indagati anche alcuni familiari. La Finanza ha acquisito atti nella Fondazione Aldo Messere, a Torella del Sannio. A breve l'avviso di conclusione di indagini preliminari.

I reati che la Procura della Repubblica ipotizza a carico di Domenico Cirelli, sindaco del borgo di Molise (in provincia di Campobasso), uno dei più piccoli della regione con nemmeno 150 anime, sono quelli di riciclaggio e autoriciclaggio. L’accusa è aver acquistato beni immobili di elevato valore attraverso donazioni dalle coop sociali, che gestiscono una ventina di case di riposo con sede in diversi paesi molisani, alla Fondazione Aldo Messere.

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Si tratta di un ente benefico e senza scopo di lucro la cui sede, al momento, è a Torella del Sannio. Proprio qui i finanzieri del Nucleo di polizia economica del Comando di Campobasso delle Fiamme Gialle hanno fatto irruzione per acquisire atti, documenti, bilanci. Il “blitz” che ha innescato il sequestro preventivo, frutto di una indagine partita molto tempo fa e resa più complessa dalla difficoltà a ricostruire prestanome e intestatari fittizi, è l’ultimo atto di una attività info-investigativa di spessore, che a breve dovrebbe concludersi con la chiusura delle indagini preliminari e la richiesta di rinvio a giudizio per diverse persone.

Oltre al primo cittadino Cirelli, 47 anni, eletto per la terza volta fascia tricolore nel 2021, sono stati iscritti sul registro degli indagati parenti stretti dello stesso. Per gli inquirenti i cinque immobili posti sotto sequestro preventivo sarebbero stati acquistati con somme di denaro di provenienza illecita, mediante donazioni alla Fondazione Messere, di Domenico Cirelli, da parte di cooperative impegnate nella gestione di case di riposo per anziani, tutte riconducibili al sindaco (qui in una foto d’archivio durante un evento) e ad alcuni dei suoi familiari.

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Lui preferisce non parlare, al momento, e non rilasciare alcuna dichiarazione. “Non ho niente da dire“. Nel piccolo centro di Molise invece, dove si conoscono tutti e il numero di residenti è quasi quello di un condominio popoloso, è scoppiato un polverone e non si parla d’altro, sebbene più di qualcuno racconti che “proprio una sorpresa non è, era nell’aria che sarebbe successo un casino”.

Operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio con trasferimenti di soldi e un sistema di scatole cinesi che avrebbero ostacolato l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro: i capi di imputazione (violazione degli articoli 648 bis e 648 ter) sono gravi e vanno a configurare uno scenario di responsabilità che si è allargata a macchia d’olio, e sulla quale bisognerà fare chiarezza.

Intanto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso ha autorizzato il sequestro preventivo delle cinque unità immobiliari che si trovano tra Molise, Torella, Sepino, Frosolone, tutte intestate alla Fondazione Aldo Messere. C’è anche uno stabile riconvertito in un negozio e riconducibile al fratello del sindaco. Da accertare il ruolo e le eventuali responsabilità delle cooperative sociali che si occupano di assistenza agli anziani, le quali mediante donazioni e passaggi di denaro di dubbia regolarità, secondo l’accusa, hanno portato alla Fondazione importanti somme, usate per l’acquisto di immobili di valore che venivano poi intestati fittiziamente alla Fondazione e ai familiari del maggiore indagato. Le somme erano distratte dai bilanci delle coop con la simulazione di donazioni a favore della Fondazione.

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