La patologia 'sconosciuta'

Endometriosi, zero servizi in Molise. Isabella: “La diagnosi dopo 13 anni, le cure a Verona. Mi avevano prescritto il Lexotan”

A parte il Gemelli, in Molise nessuna struttura pubblica cura una malattia di cui si parla pochissimo, pur essendo invalidante. Due giovani donne hanno raccontato la loro esperienza: "Un calvario: dolori devastanti ed emorragie fortissime. In più c'è un ritardo sulla diagnosi di 9 anni e sosteniamo costi esorbitanti perchè in Molise non ci si può curare".

Non tutte le donne che ne soffrono sanno di avere l’endometriosi oppure riescono a ricevere una diagnosi in tempi ‘normali’. Isabella, 31 anni, ha aspettato tredici anni. Quando era solo un’adolescente, è stata ricoverata per la prima volta in ospedale dove “mi hanno prescritto un Lexotan (un ansiolitico, ndr)”. E’ solo l’inizio di quello che ha definito “un calvario” che ha raccontato al Circolo Sannitico di Campobasso dove, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, è stato puntato un faro su una malattia di cui si sta iniziando a parlare da poco tempo, grazie alla risonanza sui social e tra i giovanissimi di Giorgia Soleri, scrittrice e attivista, nota per essere la fidanzata del frontman dei Maneskin, Damiano.

Eppure si tratta di una malattia invalidante negli stadi più gravi, un’infiammazione cronica degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico che spesso viene scambiata per disturbi del tratto gastrointestinale o colon irritabile.

L’impatto dell’endometriosi sulla vita di una donna può essere devastante: dolori cronici (che influiscono anche sui rapporti sessuali e quindi sulla vita di coppia), forti emorragie, depressione, ansia. Per alcune donne è impossibile avere figli. In altri casi questa patologia è stata scambiata per depressione. E anche questa è una violenza.

Non sembri malata, mi dicono tante persone. In realtà io non so cosa significa vivere senza dolore“, le parole di Isabella che ha raccontato con commovente ironia la sua malattia che la costringe a percorrere periodicamente 1.400 chilometri (tra andata e ritorno) per le terapie: attualmente è in cura nella Ginecologia di Negrar, a Verona. “Sono trascorsi tredici anni dal mio primo ricovero fino alla diagnosi che è arrivata quando avevo 28 anni”, ha detto. “E anche ieri (24 novembre, ndr) sono dovuta andare al pronto soccorso perchè solo lì hanno i farmaci che riescono a tamponare i forti dolori che provo”. In più “devo pagare tutto: visite mediche, farmaci. Se non ci fossero stati i miei genitori, non mi sarei potuta curare”.

Endometriosi convegno

In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni, mentre il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni.

C’è un ritardo sulla diagnosi di almeno 9 anni, spesso una donna in età fertile scopre di soffrire di endometriosi quando cerca una gravidanza”, ha spiegato Lucrezia Cicchese, organizzatrice del convegno. In Molise siamo all’anno zero dal punto di vista delle cure e dei servizi sanitari per le donne che soffrono di questa patologia: “La legge del 1 febbraio 2015 (dell’ex governo Frattura, ndr) non è mai stata attuata, non è stata nemmeno istituita la Giornata nazionale per l’endometriosi”. E poi: “Le donne si trovano ad affrontare costi esorbitanti, non vengono riconosciuti i Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr). Avevamo un medico di eccellenza in Molise, il dottor Vito Chiantera, che fino al 2016 ha prestato servizio al Gemelli Molise”. Attualmente garantisce queste prestazioni il professore Francesco Cosentino, specializzato in Chirurgia Ginecologica nonché professore dell’Università del Molise.

Anche Lucrezia soffre di endometriosi e per curarsi si reca a Napoli. Costo di ogni visita: 200 euro.

“Si deve approfondire, fare formazione a livello medico e informazione perchè attorno a questa patologia ci sono tabù importanti”, aggiunge Lucrezia Cicchese. “Perchè c’è una correlazione c’è tra endometriosi e violenza? Se una donna ha una patologia invalidante come l’endometriosi, può essere considerata pazza. A me avevano diagnosticato la depressione. Oppure una donna che soffre dei dolori che questa malattia provoca non riesce a lavorare e viene licenziata. La donna è vittima di una violenza economica, domestica, nelle relazioni sociali”.

Ad offrire il suo contributo medico la dottoressa Sara Valente: “Tra il 30 e il 50% di casi di infertilità possono essere riconducibili all’endometriosi”. L’osteopatia può aiutare ad affrontare il gravissimo dolore, come ha spiegato l’osteopata Ilaria Costa. 

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