Il dibattito

Castello Monforte, riqualificazione non convince. Consiglio chiede soluzioni a tutela del sito

Perplessità sull'installazione di ascensori e della scalinata fissa nella corte sono state espresse nel corso del monotematico richiesto da Alberto Tramontano (Lega). Alla fine del dibattito via libera a una mozione con cui si chiede di "salvaguardare l'integrità e l'identità storico-culturale del sito". In Aula anche i rappresentanti degli Ordini professionali e della Soprintendenza.

Il simbolo di Campobasso riconosciuto in Italia, uno dei riferimenti più conosciuti della regione a livello nazionale: il Castello Monforte, residenza medievale di chi governava la città, si avvia a un restauro, un progetto di riqualificazione e valorizzazione più o meno incisivo. Diciamo pure che l’obiettivo numero uno è renderlo fruibile, visitabile, da parte della cittadinanza e soprattutto dei turisti. Il progetto, che prevede tre step di lavori, è stato presentato al Circolo Sannitico qualche giorno fa, i lavori sono partiti ma solo oggi (28 novembre) è stato al centro di un Consiglio comunale monotematico al quale hanno preso parte, oltre ai consiglieri, i tecnici della Soprintendenza e gli ordini professionali. Presente all’assise anche una classe (la 4^ C) del Liceo Scientifico Romita.

Questi i punti-chiave del progetto: il ponte levatoio sarà ricostruito, saranno realizzati una passarella e un ascensore che condurrà fino all’ultimo piano oltre al recupero dei locali chiusi. Inoltre sono previsti dei gradoni sulla corte e nuovi spazi e ambienti per ampliare le modalità di fruizione. Non convince una parte del progetto di riqualificazione. “Vi sono dubbi su alcune scelte, legate alla reversibilità di interventi che richiedono ponderazione e riflessione, in particolare sull’installazione di un ascensore che condurrebbe all’interno delle cisterne (tagliando una volta a botte) e sull’allestimento di una gradonata fissa all’interno della corte del castello Monforte, che ne occuperà una parte considerevole”, ha spiegato il capogruppo della Lega Alberto Tramontano che si è fatto promotore del monotematico di oggi che alla fine ha approvato una mozione con cui si chiede di “salvaguardare l’integrità e l’identità storico-culturale del sito”. Al tempo stesso il sindaco e la Giunta dovranno informare periodicamente l’assise sugli interventi previsti.

Mozione Castello Monforte

La regia è della Soprintendenza, che tramite i propri tecnici ha risposto alle sollecitazioni arrivate. La dottoressa Dora Catalano spiega che “il lavoro è stato condotto con indagini, studi, discussioni. Il tutto è poi confluito nel progetto definitivo e in questo primo lotto partito con un finanziamento del Comune cui seguiranno due lotti con finanziamenti ministeriali. Il castello ha delle necessità per essere fruibile, dai servizi igienici ai locali per gli impianti e si è deciso di operare con l’utilizzo dei locali sotterranei, le cosiddette cisterne, che fino a quarant’anni fa erano in uso per la fornitura dell’acqua alla città”.

lavori castello monforte

Alcune obiezioni sono state mosse dai consiglieri di minoranza, in particolare dal capogruppo della Lega Tramontano (che ha proposto la seduta monotematica) e dalla consigliera del Pd Chierchia, sulla costruzione dell’ascensore. “Il Consiglio comunale – ha detto Tramontano in apertura dei lavori – è il luogo più adatto per aprire un dibattito culturale e, anche se i lavori sono partiti, l’assise può offrire parere sulle scelte fatte dall’amministrazione comunale sul progetto esecutivo che è stato approvato. Ma la richiesta di un monotematico non è arrivata tardi non per colpa nostra, ci aspettavamo che il sindaco e la Giunta comunale decidessero di confrontarsi in Consiglio su questo argomento”. Il capogruppo della Lega ha parlato poi di “criticità su alcune scelte che consideriamo onerose e invasive”.

Sul tema è intervenuto l’architetto della Soprintendenza Tiziana Mignogna, direttore dei lavori: “Nel progetto il primo tema è l’accessibilità visto che ad oggi non è accessibile a persone che hanno problemi di natura fisica. La scelta di dotare di un ascensore è il primo passo per questo obiettivo. La scelta non è casuale, si è individuato l’angolo nordovest che non inficia sulla spazialità di tutta la corte che ad oggi è uno spazio di passaggio e sosta. Proprio sulla corte sono previste delle gradonate faranno parte della corte stessa, abbracciano l’ascensore”.

Discorso più storico, anzi archeologico, da parte dell’archeologa, appunto, Mariachiara Santone: “Il saggio effettuato sul fossato ci fa fotografare la storia e al suo interno viene individuata una sistemazione fine ottocentesca che riproponeva una unione tra l’area del centro abitato e la collina Monforte, i muri di terrazzamento e le scale erano il modo con cui la popolazione del centro storico arrivava al castello. Ma non si è potuto capire come e in che modo preciso era messo il ponte levatoio, per questo senza materie prime rinvenute non si può dare per certo nulla, farei un falso. Ma sicuramente vogliamo recuperare il filo rosso che legava il castello al borgo medievale”.

Lavori castello Monforte

Gli ordini professionali (Architetti, Ingegneri, Geologi) hanno ribadito agli esponenti della Giunta Gravina la richiesta “di maggiore coinvolgimento, sia sul Castello sia sulle future opere che si intendono mettere in campo con i fondi provenienti dal Pinqua e dal Cis” dice in particolare il presidente degli architetti Alessandro Izzi. Del resto, “i processi tecnico-amministrativi per recuperare finanziamenti hanno ricadute pesanti sulle città e i cittadini. In questo caso specifico, noi siamo nell’ultima fase cioè di realizzazione dell’intervento, molto sensibile, e noi non abbiamo nessun interesse a entrare in una polemica ora”.

Il professor Di Lisa dell’Ordine dei geologi ha colto altresì l’occasione per “invitare l’amministrazione a coinvolgere gli ordini professionali che non vogliono essere corporazioni ma vorrebbero dare il proprio contributo”. Lo stesso architetto Fioravante Vignone dell’associazione Italia Nostra non ha nascosto “perplessità sull’estensione verso l’esterno, attraverso il portale principale del ponte levatoio vecchio con una terrazza panoramica che protende nel fossato e si collega a questo con un ascensore, secondo noi poco funzionale e capace di danneggiare sia l’estetica che l’immagine del castello nel settore importantissimo ovvero l’ingresso che si affaccia sulla città. Non comprendiamo perché non sia riproposto il ponte levatoio”.

“Non è vero che non sono stati informati i consiglieri sui lavori, se n’è parlato in commissione”, la replica del sindaco Roberto Gravina. “Da cittadino sono contento che qualcosa si muova e si faccia. I lavori dureranno un periodo più o meno lungo ma vogliamo garantire un’apertura parziale magari appena i lotti di intervento lo consentiranno. Purtroppo, e mi rivolgo agli Ordini professionali, i fondi del Pnrr seguono regole di velocità che non permettono discussioni purtroppo. Non vogliamo escludere nessuno dal confronto, spesso non abbiamo i tempi per farlo”. Inoltre il primo cittadino ha evidenziato la “forte collaborazione che la nostra Amministrazione ha potuto instaurare con la Soprintendenza grazie alla quale, in prima battuta, siamo riusciti a risolvere alcuni intoppi precedenti alla nostra Amministrazione e poi, cosa ancora più importante, abbiamo potuto intercettare ulteriori finanziamenti ministeriali che consentiranno di portare a conclusione altri due lotti di lavori per il Castello Monforte, oltre a quello già iniziato”.

Lavori castello Monforte

E’ stata richiesta invece una commissione speciale dal capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito “per discutere attorno a un tavolo di questo e degli altri interventi che probabilmente cambieranno parzialmente il volto della città nei prossimi anni, visto che ci sono addirittura 80 milioni a disposizione”. Per il capogruppo del Pd Giose Trivisonno si tratta in ogni caso di “un momento epocale per la città visto che per la prima volta riusciamo ad avere accesso a finanziamento importante per ridare vita a un simbolo della nostra città. È un percorso avviato nel 2017, come ricordato dall’assessore Felice. La critica politica: sarebbe stato ottimo innescare un dialogo istituzionale un po’ prima con le tante persone interessate al nostro Castello. Del resto, nelle Commissioni ci sono momenti tecnici e riservati”.

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