Sanità & politica

Altri tagli al Veneziale di Isernia: stop anche a Psichiatria. Facciolla (Pd): “Ospedali abbandonati”

Continua a far discutere la sospensione del servizio per mancanza di medici nel presidio sanitario di Isernia, già interessato dalla chiusura dell'Emodinamica. Il segretario regionale dem: "Serve una migliore programmazione, il commissario Toma spende male le poche risorse a disposizione". E promuove una legge regionale sul 'Budget di Salute'

Il sindaco di Isernia l’ha definita “inaccettabile”, mentre per il primario del pronto soccorso Lucio Pastore “continua la cronaca di una morte annunciata”. Sta facendo discutere la sospensione del servizio di Psichiatria per mancanza di personale all’ospedale Veneziale: la seconda ‘mazzata’ dopo la chiusura dell’Emodinamica (accorpata al Cardarelli).

Il reparto “rimarrà aperto solo come centro di salute mentale nelle ore diurne. Per eventuali ricoveri bisognerà trasferire a Campobasso o fuori regione”, ha spiegato il dottor Pastore. “Un altro pezzo del nosocomio va incontro alla chiusura. Piano piano, come è successo per altri ospedali regionali, man mano che diminuisce il personale, o per pensionamento o per impossibilità a continuare a lavorare in condizioni indecenti, si chiudono reparti e servizi”.

Si è scagliato contro il governatore-commissario alla Sanità Donato Toma il segretario regionale del Pd Vittorino Facciolla che ha definito la sospensione della Psichiatria al Veneziale “l’ennesimo attacco ad una delle eccellenze dei nostri servizi territoriali: il Dipartimento di Salute Mentale”.

In occasione della giornata del 10 ottobre dedicata proprio alla tutela della salute mentale il segretario del Partito Democratico del Molise Vittorino Facciolla aveva già sottolineato come il problema principale dei servizi fosse la scarsa destinazione delle risorse regionali, solo il 2,7% a fronte di un impegno normativo del 5%.

“Accanto a ciò dobbiamo registrare una scarsa capacità di programmazione”, aggiunge Facciolla che non nasconde i propri dubbi sul futuro del servizio in tutto il Molise. “Poche risorse e spese male: è questa la ricetta adottata in questi anni di governo Toma. La chiusura del reparto, momentanea seppur comprendendone le ragioni alla luce della mancanza dei medici, cosa comporterà? Se vi è uno spostamento dei pazienti sul reparto di Campobasso (presumibilmente con Termoli a ulteriore supporto) i cittadini di Isernia e provincia di cosa fruiranno?
I medici faranno i turni presso il reparto di Campobasso? Se fanno i turni a Campobasso, i medici non potranno seguire i Progetti Terapeutici di Isernia, violando così di fatto la 180/833 e il PANSM (il Piano Azione Nazionale Salute Mentale). Di quali servizi potranno usufruire i cittadini di Isernia e provincia con un Centro di salute mentale assente? Unico caso nazionale ad essere capoluogo di provincia a non avere un CSM, pur essendoci fondi già stanziati”.

Ad Isernia mancano non solo i medici, ma anche altri professionisti: c’è solo una psicologa, nessun assistente sociale. “Questa situazione – continua il segretario Pd – mostra una totale disomogenizzazione territoriale, con Termoli finora fiore all’occhiello dei servizi e Campobasso ed Isernia in via di abbandono. Ma a breve anche Termoli rischia di allinearsi all’impossibilità di dare risposte, con il decesso di un dirigente medico che rispondeva a una grande varietà e quantità di bisogni della popolazione e il prossimo pensionamento del direttore Malinconico (direttore sia del CSM che del Dipartimento tutto)”.

Vittorino Facciolla

In Molise le cure per la salute mentale sono caratterizzati da elevati livelli di attività ospedaliera e bassi livelli di attività territoriale (fatta esclusioni dell’area bassomolisana). Un dato che accomula la nostra regione alla Lombardia e che venne evidenziato, nel corso di una delle Agorà organizzate dal Pd, dal dottor Fabrizio Starace della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica. “Questo – insiste Facciolla – è dovuto a incapacità politiche e di programmazione: carenza di risorse, incapacità della politica regionale di razionalizzare la spesa per le strutture residenziali, riduzione dell’emigrazione verso altre Regioni. Un dato che porta con sé in termini di spesa importanti conseguenze. Siamo ostaggio di una residenzialità ormai obsoleta e fuori dalle chiarissime indicazioni della Conferenza Stato-Regioni del 2013”.

Un esempio chiaro di programmazione assolutamente incongrua: la Neuropsichiatria infantile inserita nello Staff di direzione aziendale (quindi fuori dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze). A capo della stessa Neuropsichiatria infantile, si legga bene, vi è il Direttore degli Affari Legali, quindi un avvocato.

“Nella passata legislatura iniziammo con atti concreti a mettere mano a molti dei problemi denunciati – conclude Facciolla – ma quel lavoro non è stato portato avanti dal governo Toma”. Il segretario dem quindi propone l’adozione di una legge regionale sul Budget di Salute “che consentirebbe da un lato di razionalizzare e ottimizzare la spesa pubblica, di deistituzionalizzare contemporaneamente gli interventi, attuando e persino ampliando le inequivocabili indicazioni della Legge 180 e perseguendo gli obiettivi del PNRR e del decreto 71/2022 (la riforma dell’assistenza territoriale, ndr) per i modelli e gli standard dell’assistenza territoriale. Consentirebbe inoltre di mettere in rete tre nostre eccellenze: il Dipartimento di Salute Mentale, gli Ambiti Sociali e gli enti del Terzo settore, con attenzione, ascolto e co-progettazione col mondo del “Quarto settore”, cioè le associazioni a tutela della salute mentale. Abbiamo bisogno non solo di nuove risorse ma che le nostre risorse migliori possano lavorare insieme”.

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