La tempesta energetica

Ristoranti aperti solo nel weekend e soluzioni fai da te contro il caro energia. Bocciato l’orario continuato nei negozi

Secondo l'Ansa il 50% dei ristoratori sulla costa molisana e il basso Abruzzo aprirà soltanto due o tre giorni a settimana durante l'inverno. Tanti modificano le produzioni mentre la chiusura anticipata è stata rifiutata dai commercianti termolesi

Metà dei ristoranti resterà chiuso quasi per tutta la settimana durante il prossimo inverno. Il dato viene riportato dall’Ansa ed è riferito alla costa molisana e quella del basso Abruzzo e Molise ma basta girare i maggiori centri come Termoli e Vasto per capire che molti già lo fanno.

Qualcuno prova a reinventare ricette, altri cambiano le produzioni. Tutto per risparmiare energia. Il settore della ristorazione sta risentendo del caro bollette e dell’aumento spropositato dei costi. Tanti hanno alzato i prezzi, ma l’effetto rischia di essere quello inverso: con meno soldi sul conto, le famiglie sono meno incentivate a mangiare al ristorante e per i locali il guaio è duplice: si spende tanto e si incassa poco.

Secondo l’Ansa almeno il 50 per cento dei ristoratori situati tra la costa molisana e il Basso Abruzzo, da Termoli a Vasto passando per San Salvo stanno valutando la possibilità di aprire solo il fine settimana.

Fra le attività del settore alimentare, i panificatori si sono già fatti sentire in Regione per chiedere degli aiuti. Bollette quadruplicate o addirittura quintuplicate rispetto allo stesso periodo del 2021 e l’aumento di pochi centesimi sul costo del pane al chilo non basta, al punto che qualche fornaio ha deciso di modificare le produzioni, scegliendo di mantenere quelle più redditizie a svantaggio dei prodotti che richiedono più energia ma sui quali il guadagno è limitato.

Stesso discorso per i ristoratori. A Termoli un ristorante del centro sta scegliendo ricette originali ma pur sempre gustose con quei pochi prodotti che non hanno subito rincari rispetto a quelli diventati troppo costosi. L’alternativa è quella di aumentare i prezzi sul menu, col rischio però di dover salutare la clientela.

Un negozio di surgelati della periferia ha scelto la via più semplice, riducendo il numero dei congelatori in funzione e concentrando i prodotti in pochi freezer che come si sa richiedono un grande dispendio energetico.

Nel settore commerciale, diversi negozianti di Termoli avevano valutato nelle scorse settimane l’opportunità di modificare l’orario di apertura scegliendo l’orario continuato, senza o con minima pausa pranzo, con chiusura anticipata alle 16 o alle 17 per risparmiare luce e gas.

Una mossa ipotizzata da novembre in poi, dopo il ritorno all’ora solare ma che è stata bocciata dai commercianti preoccupati da un possibile ulteriore calo dei clienti. Il fatto è che in Italia la maggior parte dei lavoratori stacca fra le 17 e le 18 e solo allora può andare nei negozi. Per questo il fronte che premeva per l’orario continuato non è stato compatto e non se n’è fatto niente, ma le preoccupazioni restano alte per le bollette dell’elettricità e del gas nei mesi invernali, che richiedono più luce e più riscaldamento.

Nell’entroterra molisano arrivano intanto le prime notizie di chiusura dei locali. Se sarà una pausa invernale o un addio definitivo è presto per dirlo, ma l’impressione è che anche questa crisi spazzerà via quelle imprese già in difficoltà e senza i mezzi per superare l’ennesima tempesta, arrivata proprio quando sembrava esserci la ripresa post pandemia.

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