Sanità e ricorsi

Radioterapia Gemelli, Tar rinvia la decisione: si attende l’autorizzazione ad aumentare il budget

Camera di consiglio questa mattina - 5 ottobre - al Tribunale amministrativo regionale. La decisione sull'erogazione delle prestazioni salvavita da parte dell'ospedale privato del capoluogo si conoscerà il prossimo 19 ottobre: il collegio giudicante intende valutare prima l'eventuale via libera dei Ministeri ad aumentare i finanziamenti per il Gemelli

Il 19 ottobre si capirà il destino della radioterapia al Gemelli Molise: i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno rinviato la decisione sul ricorso presentato dalla struttura privata del capoluogo che ha impugnato il decreto del governatore-commissario Donato Toma. Decreto che ha ridefinito il budget assegnato all’ospedale.

Questa mattina (5 ottobre) la camera di consiglio alla presenza degli avvocati che difendono il Gemelli, Salvatore Di Pardo e Vita Lucrezia Vaccarella, e dell’Avvocatura di Stato che tutela l’amministrazione regionale e rappresentata da Piero Di Tullo. Alla fine, il collegio giudicante ha espresso l’intenzione di valutare prima l’eventuale via libera dei Ministeri ad aumentare i finanziamenti per il Gemelli: lo sforamento del budget, che sarà valutato al prossimo tavolo tecnico per la verifica dei conti sulla sanità, è stato richiesto dal presidente della Regione.

Intanto il caso, che riguarda migliaia di pazienti oncologici molisani, è diventato anche politico: ieri se n’è parlato in Aula dove sono state discusse due mozioni sull’argomento. Una era stata presentata dal Movimento 5 Stelle ma non ha raggiunto il numero sufficiente di voti per essere approvata: sei sì, altrettanti no. A ribadire il rischio di arresto di una servizio essenziale affidato all’ospedale privato vicino a quello pubblico del Cardarelli è il portavoce dei 5 Stelle, Andrea Greco.

Per il consigliere regionale “lo spettacolo a cui abbiamo assistito in questi giorni è indecoroso. Le cure salvavita, come la radioterapia per i pazienti oncologici, non possono essere sotto scacco dell’inerzia del presidente-commissario, né delle contrattazioni sul budget con i privati accreditati”.

E’ noto che sulla questione c’è già stato un pronunciamento del Consiglio di Stato che ha ritenuto legittimo prevedere un tetto di spesa anche per le prestazioni oncologiche. “Tuttavia – dice ancora Greco – la stessa sentenza dei giudici amministrativi ha anche specificato che la Regione (nel caso del Molise, il Commissario) deve individuare questi tetti di spesa sulla base delle reali esigenze dei cittadini. Insomma, la responsabilità di fissare per tempo, ovvero a inizio anno, dei tetti idonei a curare tutti i molisani era in capo al presidente Toma. Da subito, infatti, abbiamo suggerito di aumentare il budget per i molisani, diminuendo quello per i pazienti di fuori regione. E se ciò fosse stato fatto subito, non ci sarebbe stato neanche bisogno di attendere l’impegno del Consiglio regionale. Ma chi amministra la sanità molisana ha dimostrato, ancora una volta, di essere incapace di programmare, in quanto perennemente in ritardo”.

Durante la seduta di ieri del Consiglio regionale il gruppo pentastellato ha portato un aula una soluzione al paventato blocco della radioterapia al Gemelli. “L’obiettivo era scongiurare la vergognosa trasferta fuori regione dei malati oncologici molisani. Una proposta in parte accolta dal Consiglio, ma chiedevamo anche dell’altro: rimodulare il budget destinato alla radioterapia a vantaggio dei cittadini molisani e gettare le basi per una gestione pubblica del servizio. Ma su quest’ultimo punto si è manifestata tutta la differenza tra noi e il centrodestra: per il Movimento 5 Stelle è indispensabile che le strutture sanitarie pubbliche siano messe in condizione di erogare questi servizi salvavita. Non parliamo di farlo domattina, certo, ma di iniziare un lungo, ma serio percorso di internalizzazione di questo ed altri servizi, che nel tempo sono stati affidati interamente ai privati accreditati. La proposta è stata, neanche a dirlo, bocciata dalla maggioranza. Perché? Perché abbiamo due visioni dello Stato diametralmente opposte: per loro il privato può tranquillamente sostituirsi al pubblico, anche nell’erogazione di servizi essenziali. Per noi, al contrario, la responsabilità della cura dei cittadini sta in capo agli amministratori pubblici. Che non devono abdicare da questo dovere”.

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