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Nicola, 15 anni di Termoli: tre interviste a ragazzi ucraini fatte su Discord

In un pomeriggio di intensi bombardamenti in Ucraina si sono illuminati i telefoni di alcuni ragazzi ucraini fra i 15 e i 17 anni. Era la richiesta lanciata da Nicola Di Toro, studente dell’Itc Boccardi di Termoli, appassionato di politica internazionale, pre fare loro qualche domanda. Ecco le sue interviste, che sono state realizzate nello scorso agosto e alle quali non è stata modificata una virgola.

E’ iniziato tutto per caso. Un pomeriggio di intensi bombardamenti in Ucraina ha fatto illuminare i telefoni di alcuni ragazzi ucraini (di età  compresa tra i 15 e i 17 anni) con dei miei messaggi. Tramite la piattaforma di Discord, ho avuto modo di intervistare tre anime innocenti. Mi chiamo Nicola, ho quasi 15 anni e frequento l’Istituto Boccardi di Termoli. Vi lascio alla lettura di queste poche domande e poche risposte, ma che in realtà per me sono lunghissime, sia per le parole profonde con le quali hanno dato queste risposte, sia perché convincerli a rispondermi non è stato molto facile, poiché nessuno mai ha fatto loro domande di questo genere.

 

INTERVISTA MISTA A CITTADINI UCRAINI CHE ATTUALMENTE VIVONO LI’

 

PRIMO INTERVISTATO

Dove ti trovi e com’è la situazione?

Mi sono trasferito in Ucraina orientale. Qui la situazione è molto più tranquilla rispetto a quella nella parte occidentale, ma viviamo lo stesso in uno stato paranoico. Ci sono, però, tantissimi rifugiati ma non so dirti la cifra esatta.

Invece cosa sai della situazione in Ucraina generale?

Non so molto, ma so che punti molto tempestati come le regioni di Donetsk, Luhansk, Kharkiv e Kherson hanno bisogno di tanto aiuto, anche Mikolaiv.

L’Italia, come altri paesi, vi sta inviando aiuti. Stanno servendo?

Diciamo che qui non ci capiamo più niente. So solo che ogni minimo sforzo e contributo è prezioso e noi Ucraini diciamo sempre e diremo sempre grazie all’Italia.

Sto valutando, in base allo studio di diverse notizie, che la questione di Zaporizhzia è solo un intimorimento a noi cittadini e a voi Ucraini. In prima persona, che ne pensi?

Confermo. Però rimane sempre che la manovra che stanno compiendo è rischiosa, anche se controllata.

 


 

SECONDO INTERVISTATO

 

In che parte dell’Ucraina ti trovi?

Mi trovo a Kiev.

Com’è la situazione?

Non molto tranquilla. I Russi minacciano di bombardarci il 24 agosto, giorno dell’indipendenza dell’Ucraina.

Sei preoccupato?

Proprio così. Sono e siamo molto preoccupati.

Perché, secondo te, la Russia ha scelto di ricongiungere la minaccia al 24 agosto?

Beh, il nostro più grande nemico, la Russia, ha scelto quella data perché festeggiamo l’indipendenza dell’Ucraina e loro sono molto gelosi del fatto che siamo un popolo non sottomesso da nessuno ma libero e indipendente.

Dove ti rifugi o dove ti rifugerai?

Il 24 andrò in visita in un villaggio dai miei parenti e credo che, nell’evenienza, mi rifugerò li.

E non hai paura?

Certo, ho tanta paura. Per noi è un orrore continuo ma, per fortuna, la nostra psiche è pronta ad affrontare tutto questo.

Ti ammiro molto.

Grazie. Ah, già che ci sono, vorrei raccontarti un fatto: durante la Seconda Guerra Mondiale, la mia bisnonna è stata curata da un medico italiano e l’ha salvata dalla morte. In poche parole, l’Italia è, com’è sempre stata, al nostro fianco e la ringrazieremo a vita.

 


 

TERZO INTERVISTATO

In che parte dell’Ucraina vivi?

A Ovest.

Ti farò un po’ di domande. Mi sto impegnando, ultimamente, a dare voce a questa situazione e spero che qualche giornale italiano accolga il mio materiale raccolto.

Ti ammiro e ti ringrazio di cuore, a nome di tutti, per il lavoro che stai facendo e che sta facendo l’Italia.

Hai assistito a qualche bombardamento?

Fino ad ora hanno solo tentato. Le nostre difese aeree hanno lavorato talmente bene che ci hanno protetti totalmente.

E sei preoccupato per altri tentativi?

Si ma sto notando che il mio esercito sta lavorando perfettamente, quindi mi fido di loro.

Quindi, secondo te, è stato utile il materiale inviato dall’Occidente?

Certo. E ringraziamo tutti anche per quello. Non ci aspettavamo tutta questa solidarietà.

Come ti senti e come ti sei sentito precedentemente?

A inizio guerra mi sono sentito represso, ma col tempo mi sono abituato. Anche se c’è stata un’impennata morale, capisco che ora non è il momento di piangere ma è tempo di unirci per essere più forti. Solo questo ci darà la vera forza per sconfiggere il nemico.

Dove vi rifugiate quando necessario?

Solitamente nei sotterranei. Quando non è possibile li, ci rifugiamo nei corridoi.

Conosci qualcuno che ha perso qualcosa o qualcuno a causa dei bombardamenti?

Ho degli amici e la loro casa è stata distrutta. Sono stati costretti a trasferirsi all’estero. Tutti abbiamo ormai imparato a far fronte alle emozioni, per noi la guerra è diventata un luogo comune e, specialmente in questo paese vogliono rendersi tutti necessari ed è gratificante.

Siete diventati un esempio per il mondo intero. Lo sapete?

La Russia è sempre stata il nostro peggior nemico. Adesso è il momento in cui usciremo completamente dalla sua influenza. Per centinaia di anni hanno terrorizzato noi, la nostra lingua, la nostra cultura, il nostro popolo, il nostro paese. Questa rabbia è stata tramandata di generazione in generazione dai nostri antenati e arriverà il giorno in cui ci sarà il giudizio per i nemici. Tra di noi non è mai esistita l’amicizia tra i popoli. L’Ucraina si alzerà e mostrerà a tutti chi è il suo nemico e che il male perde sempre.

Ora, però, tiro una domanda un po’ più nello specifico: cosa si prova quando partono le sirene anti-aeree?

Come ho già detto prima, ci stiamo abituando. Appena suonano, non resta che nascondermi e attendere che tutto finisce.

E a cosa pensi quando ti rifugi?

Penso che qualcuno in quell’esatto momento sta morendo e non so quante altre moriranno. Quando arriverà il giorno della vittoria, per me personalmente non sarà un giorno di festa ma un giorno di memoria per tutte le vittime di questa inutile guerra.

Sto appena leggendo che la situazione a Kharkiv non è delle migliori.

Lo so. I bombardamenti quotidiani non permettono di riprendere fiato e, vista la vicinanza al confine nemico, le sirene non hanno neanche il tempo di accendersi.

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