Il dossier statistico

11.500 stranieri, il 60% donne. Imprese “immigrate” cresciute del 2,5% e traino per l’economia

Presentato questa mattina, 27 ottobre, il ‘Dossier statistico immigrazione’, edito dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con l’Ateneo. Il 6,8% della popolazione straniera è composta dai nuovi nati appartenenti alla seconda generazione, mentre il numero maggiore di imprenditori è di origine marocchina. Gli immigrati consentono di arginare lo spopolamento in una regione che perde l'1% dei residenti all'anno

In una regione che rischia di scomparire perchè perde ogni anno l’1% della popolazione (a causa della denatalità e della ‘fuga’ dei giovani) sapere che i residenti stranieri riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro e ad aprire nuove attività è una buona notizia. Nel 2021, secondo anno della pandemia che ha provocato la chiusura di diverse piccole aziende, nella nostra regione le imprese cosiddette “immigrate” sono aumentate: al 31 dicembre 2021 si contano 2.307 unità, +2,5%. E gli imprenditori immigrati più numerosi arrivano dal Marocco.

“Se le imprese autoctone sono diminuite dello 0,7%, quelle “immigrate” sono aumentate del 2,5%. Lavorano soprattutto nel commercio, nelle costruzioni e in agricoltura, sono più presenti in provincia di Campobasso (70,8%) che in provincia di Isernia”: sono alcuni dei principali dati snocciolati dal dottor Ivo Oriente dell’Ufficio scolastico regionale nel corso della presentazione del ‘Dossier statistico immigrazione’, edito dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con l’Ateneo molisano e presentato questa mattina, 27 ottobre, nel Dipartimento Giuridico dell’Università del Molise.

Nella nostra regione risiedono 11.514 stranieri (il dato si riferisce al 31 dicembre 2021), costituiscono il 4% della popolazione residente. Un numero “in calo rispetto agli 11.591 censiti nel 2020 ma è in linea con la media del Sud Italia”, aggiunge Oriente che si è occupato dell’indagine assieme alle docenti Hilde Caroli Casavola e Maria Ausilia Simonelli. Il 6,8% della popolazione straniera, residente soprattutto a Campobasso e nei comuni dell’area costiera, è composta dai nuovi nati appartenenti alla seconda generazione.  

Le cittadinanze più rappresentate in Molise – riporta il dossier – sono quelle romena (2.909 residenti, circa un quarto del totale degli stranieri), marocchina (1.454) e albanese (704), mentre la gran parte dei migranti proveniente dall’Asia è originario dell’India (488). Sono titolari di permesso di soggiorno 7.930 persone, di cui 2.035 godono della protezione internazionale.

L’età media è inferiore ai 45 anni: il che vuol dire un contributo anche in termini di svecchiamento complessivo della popolazione. “Circa un terzo dei residenti non italiani ha tra i 30 e i 44 anni, mentre tra questi la popolazione over 64 è quella meno rappresentata (5,3%)”, si legge nel rapporto. Oltre il 60% degli stranieri residenti in Molise è di sesso femminile. Parliamo dunque di donne impiegate soprattutto nel settore dei servizi di cura alla persona, come le badanti che si occupano dell’assistenza dei nostri anziani.

 

IL MERCATO DEL LAVORO. Sugli oltre 100mila occupati in Molise alla fine del 2021, il 3,1% è di cittadinanza straniera. Il tasso di occupazione, maggiormente condizionato da elementi strutturali, è al 53,3% per per i molisani e al 33,7% per gli stranieri, mentre il tasso di attività è, rispettivamente, al 59,7% e al 43,4%. Quest’ultimo dato è il più basso registrato tra le regioni italiane e inferiore di oltre 24 punti percentuali rispetto al valore medio nazionale, pari al 67,6%.

La maggior parte degli occupati stranieri è impiegato nell’ambito dei servizi per la persona (64,7%), di cui quasi un terzo nel commercio o nel lavoro domestico. Invece il 20,02% lavora nell’industria e infine il 15% è addetto nel settore agricolo (più del doppio degli italiani).

Non sempre gli stranieri vengono impiegati secondo le loro qualifiche: la maggior parte (38,3%) ha un’occupazione di tipo impiegatizio o di addetto alle vendite, il 35,2% svolge un lavoro manuale non qualificato (contro il 10,1% degli italiani), solo il 4,8% ha ruoli dirigenziali o svolge una professione tecnica o intellettuale (contro il 31,2% degli italiani). Un aspetto che sottolinea anche Salvatore dell’Oglio, Coordinatore progetti di inclusione: “Purtroppo per i cittadini stranieri arrivati in Italia non vengono utilizzati strumenti adatti come il bilancio di competenza. Gli stranieri si accontentano anche di mansioni più semplici che a volte non rispecchiano le reali competenze”.

LA SCUOLA. Leggermente diminuita la presenza dei bambini nelle scuole: su 37.255 studenti se ne contano 1.425 di cittadinanza straniera, ossia 42 in meno rispetto all’anno scolastico  2019/2020. La diminuzione si registra già nella scuola dell’infanzia, non la scuola secondaria di secondo grado. “Nonostante il calo di 42 studenti, rispetto all’anno scolastico precedente, la componente cosiddetta di seconda generazione (ossia i figli nati in Italia da genitori immigrati) è cresciuta da 588 iscritti (il 40,1% degli studenti stranieri) a 621 (il 43,6%)”, rimarca il dottor Ivo Oriente. “Pur presentandosi con percentuali al di sotto della media nazionale, il dato conferma i progressi del processo di stanzializzazione dei migranti in Molise”.

“I numeri – commenta la professoressa Cecilia Tomassini – ci dicono che perdiamo popolazione in età attiva: anche se ci fosse una ripresa della natalità in Italia, avremo benefici non prima di venti anni. Il Molise è la regione che perde più popolazione in tutta Italia, ogni anno perdiamo giovani, bambini, l’1% della popolazione ogni anno. Le soluzioni? Non voglio fare politica, ma nel breve periodo per frenare la perdita della popolazione c’è solo un modo. La gente migra perché è attirata da un Paese, il fatto che non stiamo attirando più tanti migranti vuol dire che questo Paese non è più attrattivo”.

dossier immigrazione

 

commenta