Foto di gabriele galimberti

Il Lago di Guardialfiera entra nella Guida Turistica ai Deserti d’Italia: la provocazione per non sprecare acqua

"L’Italia è un paese a rischio desertificazione per oltre il 20% del suo territorio, con il Molise che raggiunge addirittura il 58%" scrive Finish nella campagna per sensibilizzare all'uso consapevole delle risorse idriche

Il Lago di Guardialfiera diventa il Deserto di Guardialfiera. Le immagini che mostrano terra aride e crepe fra le zolle per ettari ed ettari sono d’impatto. È una provocazione che vuole far riflettere sugli effetti della siccità quella lanciata dalla prima ‘Guida Turistica ai Deserti d’Italia’, nata nell’ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani”. “L’Italia è un paese a rischio desertificazione per oltre il 20% del suo territorio, con il Molise che raggiunge addirittura il 58%, e nonostante l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, i deserti – concettualmente lontani ed esotici per l’Italia – stanno sempre più diventando triste realtà in molte zone della penisola, tra cui il Molise” si legge nell’avvio della campagna.

Ma come nasce questa provocazione? “Con la volontà di stimolare una forte reazione della collettività e proporre un uso più diligente dell’acqua, Finish – attraverso il progetto “Acqua nelle nostre mani” – ha lanciato un ulteriore grido di allarme sul tema siccità, presentando la prima Guida Turistica ai Deserti d’Italia.

Il progetto, che nasce con il coinvolgimento del fotografo di fama internazionale Gabriele Galimberti, vincitore nel 2021 del World Press Photo con il progetto “The Ameriguns”, racconta di un viaggio, svolto durante i mesi scorsi con la sua collaboratrice e fotografa Camilla Miliani, che lo ha portato a documentare e raccontare delle “mete turistiche” anomale per il nostro paese, in via di desertificazione.

Le zone fotografate diventeranno oggetto di una mostra fotografica a Milano, che garantirà a chiunque lo vorrà di osservare una realtà non più così nascosta e improbabile per il nostro paese, godendo di questi spettacoli così particolari.

Per il Molise è stato scelto un luogo simbolo, quello del bacino d’acqua creato dalla diga del Liscione che in un certo senso divide a metà la regione. Eccone la presentazione: “In Molise, il Deserto di Guardialfiera si estende tra Termoli e Campobasso con una superficie di quasi 8 km2, per una buona parte sormontato da un viadotto su cui scorre una delle principali arterie della regione. Un deserto capace di offrire un panorama che non può lasciare indifferenti.

Quello di Guardialfiera, sarebbe, in origine, un invaso artificiale formato negli anni Sessanta – Settanta dall’innalzamento di una diga sul Fiume Biferno, con l’obiettivo di fornire acqua potabile ai paesi circostanti per uso domestico, agricolo e industriale. Sarebbe, perché a causa delle sempre più scarse precipitazioni e di una manutenzione dell’impianto ormai assente da molti anni, il lago stenta sempre più ad esistere.

“Un deserto davvero particolare, quello di Guardialfiera, capace di offrire un panorama che non può lasciare indifferenti. Quasi ipnotiche le crepature del terreno, che visto dall’alto sembra un puzzle dove ogni pezzo è perfettamente incastrato. Come qualcosa che si è formato nel tempo, che man mano, con estrema pazienza e precisione, ha creato un effetto davvero sui generis” si legge nella guida.

Per essere chiari, gli autori della Guida giocano con l’ironia ma il tema è molto serio. “Sì, cari lettori, è proprio arrivato il momento di confessarlo: la Guida Turistica ai Deserti d’Italia è tutto ciò che non avremmo mai voluto fare. Allora perché lo abbiamo fatto? Semplice: se tutti noi non cambiamo il modo di utilizzare l’acqua, cambieranno ineluttabilmente i luoghi già descritti in questa guida. E tanti altri se ne aggiungeranno”.

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