Politica

Conflitto tra governatore-commissario alla sanità: Fanelli presenta legge su incompatibilità

La proposta del capogruppo Pd, protocollata in Consiglio regionale, sancisce l'incompatibilità tra i due ruoli negli ultimi sei mesi della legislatura proprio mentre a livello parlamentare si sta discutendo sull'abolizione del commissariamento. Per Fanelli, "Toma va fermato, insieme al suo Programma Operativo: rischia di compromettere il diritto alla salute di tutti i molisani"

Negli ultimi sei mesi della legislatura il presidente della regione non può essere anche commissario ad acta alla sanità: questo l’obiettivo della proposta di legge protocollata in Consiglio regionale dal capogruppo Pd Micaela Fanelli. L’iniziativa legislativa mira a sancire l’incompatibilità tra i due ruoli, disciplinata dalla Costituzione e attutata a livello regionale con leggi adottate in Consiglio regionale nell’ambito dei principi generali dell’ordinamento. Quindi, mentre a livello parlamentare si sta chiedendo l’abolizione del commissariamento, la consigliera regionale si ‘muove’ a Palazzo D’Aimmo: “L’Assemblea regionale, nell’ambito delle proprie competenze, può predisporre una norma sull’incompatibilità. E in questo caso le motivazioni pratiche e politiche sono evidenti e stringenti, stante gli evidenti pericoli di default sanitario dovuti all’inadeguatezza di Donato Toma, che non può e non deve continuare nella sua azione di demolizione sistematica del nostro sistema sanitario”.

Per Micaela Fanelli, “Donato Toma va fermato, insieme al suo nefasto Programma Operativo, che rischia di compromettere, definitivamente, il diritto alla salute di tutti i molisani”. Il riferimento è al Pos 2022-2024, il primo redatto dal governatore nominato commissario alla sanità ad agosto del 2021 dal Governo che prima di lui aveva designato due tecnici (Angelo Giustini e Flori Degrassi) per la riorganizzazione della sanità e per porre in essere le azioni per il rientro dal deficit sanitario.

Secondo la consigliera regionale, Toma è al centro di “un conflitto di interessi accentuato, vieppiù, dalla concentrazione delle funzioni di “controllore-controllato” organizzate dal Commissario in relazione alla struttura commissariale”, struttura che impiega il personale dei servizi regionali alla sanità “determinando un circuito interconnesso sulle decisioni e gli atti”.

La proposta di legge approda dunque in Consiglio regionale. Il capogruppo dem auspica che possa essere discussa e approvata a stretto giro perchè “costringerebbe Toma, entro dieci giorni dalla sua pubblicazione, a decidere tra il ruolo di Presidente di Regione e quello di Commissario ad acta, impedendogli di cumulare le due cariche e di “inquinare” con un evidente conflitto di interessi anche la fine della legislatura, con una serie di provvedimenti utili solo alla sua sopravvivenza politica, ma non al bene della Regione. Proprio per questo auspico che tutte le forze politiche rappresentante in Consiglio regionale, soprattutto le opposizioni e i consiglieri di maggioranza da tempo dissidenti e che in questi giorni stanno facendo sentire la propria voce di disapprovazione sul metodo e nel merito del Pos, si impegnino affinché l’ter della proposta di legge possa concludersi velocemente con un voto favorevole dell’Aula di Palazzo D’Aimmo, sfiduciando Toma da Commissario alla Sanità ed impedendo la definitiva condanna a morte della sanità molisana”. Un messaggio rivolto ai consiglieri di centrodestra Iorio, Micone, Cefaratti e Romagnuolo che la scorsa settimana hanno chiesto pubblicamente al presidente Toma di ritirare il Piano sanitario.

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