Non solo le donne, ma anche gli uomini. Decine di persone hanno deciso di farsi tagliare una ciocca di capelli, il gesto diventato l’emblema della battaglia a difesa dei diritti del popolo iraniano. E’ sfociata nel sangue la rivolta seguita alla morte – lo scorso 16 settembre – di una ragazza di soli 22 anni, Masha Amini, arrestata con l’accusa di non aver indossato il velo secondo la legge.
![Ciocche di capelli per l'iran](https://www.primonumero.it/photogallery_new/images/2022/10/generico-ottobre-2022-225277.jpg)
“Siamo qui in piazza, a Campobasso, per dire che la libertà non ha prezzo, che la vita non ha prezzo. Questa città e questa regione hanno voluto dire la loro insieme a centinaia di piazze italiane”, scandisce Bibiana Chierchia, consigliera comunale del capoluogo ed esponente del Partito democratico. E’ una delle promotrici della manifestazione che ha coinvolto, oltre alle Donne Democratiche e al Pd, anche Alleanza Verdi sinistra, l’Associazione partigiani (Anpi) del Molise e l’associazione Primo Levi, Arcigay e Left Wing Molise. Anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno aderito al flashmob. Erano presenti, tra gli altri, Antonio Pardo D’Alete e Alessandra Salvatore, rispettivamente presidente e consigliera comunale del Pd, l’esponente della segreteria regionale dem Nicola Messere, il segretario regionale della Cgil Paolo De Socio, diversi rappresentanti della società civile.
![Ciocche di capelli per l'iran](https://www.primonumero.it/photogallery_new/images/2022/10/generico-ottobre-2022-225281.jpg)
Le ciocche, racchiuse in un nastrino bianco, saranno consegnate all’Ambasciata iraniana a Roma. “La sorte di Masha Amini ricorda quella del ‘nostro’ Giulio Regeni”, aggiunge la Chierchia. “La nostra è una silenziosa ma urlante solidarietà, ma stanno perdendo la vita tanti iraniani che hanno il coraggio di scendere in piazza e protestare”.
Nel resto del Paese analoghe manifestazioni si sono svolte a Roma, Napoli, Piacenza e Bologna.
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