Lo studio

Bollette alle stelle per le imprese: nel 2022 spenderanno +468 mln per luce e gas

La Camera di Commercio del Molise ha analizzato i maggiori costi energetici che quest'anno affronteranno le aziende e ha fatto un raffronto col 2019. "Ecco i settori più a rischio a causa degli aumenti dell'energia: acciaierie e fonderie, settore alimentare, il commercio, ristorazione e ricettività. Meccanica pesante, cemento e vetro i comparti che soffriranno per i rincari del gas". Le bollette 'assorbiranno' anche i risparmi dei cittadini

Per pagare le bollette quest’anno le imprese molisane spenderanno 468 milioni di euro in più rispetto al 2019. I rincari per energia e gas rischiano di ‘stritolare’ non solo i cittadini, ma anche gli imprenditori che operano in numerosi comparti: dal commercio all’alimentazione, dalla ristorazione alla meccanica pesante per fare qualche esempio.

Stando ai calcoli del Camera di Commercio del Molise, “sfiora i 106 miliardi di euro il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno entro quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas”. La stima sui costi extralarge è stata calcolata dall’Ufficio studi CGIA a luglio 2022 e prendendo in considerazione gli stessi consumi registrati nel 2019, ossia nell’anno precedente alla pandemia e quindi al sostanziale blocco dell’economia del 2020 e del 2021. Al tempo stesso, nel report, i calcoli sono stati effettuati tenendo in considerazione le tariffe medie di luce e gas.

I settori energivori sono più a rischio degli altri. “Il consumo del gas – spiegano ancora dall’ente camerale – colpirà in particolare le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della meccanica pesante, dell’alimentazione, della chimica. Per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, invece, rischiano il blackout acciaierie e fonderie, il settore alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali), il settore della ristorazione e della ricettività, il comparto dei servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie)”. La crisi energetica colpisce in pratica una parte importante del terziario, segmento fondamentale dell’economia molisana, ma anche i poli industriali che nella nostra regione sono concentrati soprattutto sulla costa (dove ci sono fra l’altro tre fabbriche chimiche), nell’area matesina e nel Venafrano.

Ci saranno effetti anche per il settore manifatturiero: “Al 2022 si stima che l’incidenza dei costi energetici potrebbe arrivare a rappresentare l’8,0% dei costi di produzione per l’industria italiana (dal 4,0% nel periodo pre-pandemico)”.

Nel 2022 l’energia elettrica ha avuto un aumento costante, sin dall’inizio dell’anno “ha superato di gran lunga i prezzi degli anni precedenti, toccando vette mai viste prima“, si legge nel report elaborato dall’ente camerale regionale. Invece “il prezzo del gas è in crescita dalla primavera del 2021, quando hanno iniziato a farsi sentire gli effetti delle riaperture dopo i lockdown: l’attività economica è ripresa più velocemente di quanto ci si potesse aspettare e l’offerta di energia non è riuscita a stare al passo. Il gas è stato percepito come un bene di cui c’era scarsa disponibilità e quindi il prezzo è aumentato”.

E ovviamente anche la guerra tra Russia (uno dei principali fornitori di gas tramite la Gazprom) e l’Ucraina ha avuto un peso decisivo: “A partire dall’autunno sono aumentate le tensioni tra Russia e Ucraina, che hanno sostenuto la tendenza al rialzo fino all’inizio della guerra, nel febbraio del 2022, quando i prezzi hanno toccato livelli mai visti. La Russia era il principale fornitore di gas all’Unione Europea e si temeva che prima o poi avrebbe interrotto i suoi flussi in risposta alle sanzioni Occidentali”.

Il problema, rilevano dalla Camera di commercio, è legato anche al mercato: “Il metano italiano costa un terzo rispetto alla media europea e addirittura l’Italia lo esporta. Il nostro Paese ne detiene una grande abbondanza, grazie agli stoccaggi pieni e ad un piano di risparmi: alla luce di ciò, gli operatori stanno vendendo nelle piazze dove le quotazioni risultano più alte”.

Cittadini e imprese stanno chiedendo un intervento della politica per mitigare gli effetti dei rincari sui risparmi o sui guadagni delle attività produttive. C’è chi – come i panificatori – ha incontrato la settimana scorsa il governatore Donato Toma perchè in Molise oltre la metà dei forni potrebbe chiudere non riuscendo a sostenere i costi aggiunti. Anche i sindaci hanno preso posizione a favore delle famiglie e degli anziani che vivono nelle loro comunità che, soprattutto in Alto Molise, dovranno pagare un salasso.

L’impennata delle bollette inciderà anche sulla sanità: ci sono timori fortissimi per le case di riposo. Inoltre il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano nell’ultima Conferenza dei sindaci ha rimarcato i 4 milioni di euro in più che l’azienda sanitaria dovrà sborsare. “Secondo le nostre stime, avremo un incremento su base annua di 4 milioni su una spesa che ordinariamente era di 15 milioni”, le parole del manager.

Finora i soldi messi a disposizione per mitigare i rincari nel biennio 2021-2022 ammontano, includendo anche il Decreto Aiuti, a 22,2 miliardi di euro (di cui 16,6 nel 2022). Di questi, 3,2 miliardi hanno ristorato le famiglie, 7,5 miliardi le imprese e 11,5 miliardi sia le une che le altre.

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