La reazione

Stretta sul Superbonus, ora serve anche il video dei lavori fatti. Insorgono gli architetti

Sul portale Deloitte richiesta anche una documentazione video per le pratiche del 110. Per il presidente dell'Ordine degli architetti si tratta di una “istanza bizzarra, anomala e offensiva per la categoria”

Non sarà più sufficiente la dichiarazione degli architetti per i lavori del Superbonus: ad attestare che almeno il 30 per cento dei lavori è stato eseguito entro il 30 settembre è necessaria anche una certificazione video. L’ordine professionali è sul piede di guerra per questo “atto di sfiducia” verso la loro categoria. Anche quello della provincia di Campobasso presieduto da Alessandro Izzi (che è anche coordinatore della Federazione architetti Abruzzo-Molise) ha espresso contrarietà per l’introduzione di questo nuovo obbligo che attesti la veridicità dell’attività edilizia. Un adempimento richiesto dal portale Deloitte, la piattaforma che permette di ottenere la certificazione del credito.

La Federazione degli ordini degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori delle regioni Abruzzo e Molise composta dai rispettivi Consigli provinciali di Campobasso, Chieti, Isernia, L’Aquila, Pescara e Teramo hanno ritenuto doveroso intervenire inviando una nota, condivisa con oltre settanta ordini provinciali di tutta Italia, alla Deloitte Consulting s.r.l e per conoscenza all’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e ai diversi ministeri competenti.

“Dopo le numerose segnalazioni degli architetti – spiega Alessandro Izzi – riguardanti la richiesta della piattaforma Deloitte di produrre video dimostrativi circa la veridicità delle dichiarazioni dei professionisti che asseverano di aver eseguito almeno il 30% dei lavori del Superbonus entro il 30 settembre, gli Ordini, evidenziano che la bizzarra e inopportuna richiesta, a pochi giorni dalla scadenza prevista dal Decreto, risulta intempestiva e vessatoria in quanto il rispetto della suindicata video-documentazione, oltre a rappresentare un adempimento non obbligatorio e non richiesto dalla normativa, determinerebbe gravi inconvenienti nel normale svolgimento della programmazione dell’attività lavorativa. Pur comprendendo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali truffe, gli architetti ritengono assurdo e inutile richiedere la realizzazione di un video a dimostrazione della veridicità delle attività edilizie effettuate, dopo aver già acquisito una asseverazione tecnica corredata da specifica polizza assicurativa e con allegati documenti fotografici del cantiere, stati di avanzamento lavori, dichiarazioni del professionista e libretto delle misure. L’anomala richiesta di predisporre un ulteriore video denota – precisa ancora Izzi – una profonda mancanza di rispetto nei confronti di una categoria professionale che sta impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà, così come ci viene richiesto dalla pubblica amministrazione. Si può senz’altro affermare che si tratta di una richiesta aliena e contraria al nostro ordinamento, che non affida all’esibizione di alcun rilievo filmato l’attestazione di quanto già certificato dal professionista.  Ribadisco – aggiunge Izzi – che la nostra nota rappresenta una presa di posizione non contrattabile. Già le asseverazioni espongono i professionisti a responsabilità civili, penali e patrimoniali; dovrebbero bastare quale garanzia a copertura delle prestazioni rese. Obbligare alla realizzazione di un video delle abitazioni dei committenti potrebbe, inoltre, esporre i professionisti ad ulteriori azioni a tutela del già complesso tema in materia privacy. Rimaniamo, quindi, fiduciosi – conclude il coordinatore della Federazione Abruzzo–Molise – nell’accoglimento dell’istanza, con un ripensamento da parte di Deloitte”.

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