L'intervento

Sanità, Stumpo (Rete Sinistra): “Cos’aspettiamo a ribellarci ai soprusi?”

La consigliera comunale Marcella Stumpo di Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra attacca il presidente regionale e commissario ad acta della Sanità Donato Toma sulla questione della paventata sospensione del servizio di Radioterapia al Gemelli per i pazienti molisani.

“La geniale soluzione escogitata dal nostro Presidente della Regione, nonché Commissario ad Acta, è in realtà un trucchetto che non soddisfa il privato e soprattutto non garantisce affatto i diritti dei malati oncologici molisani.

Chi gestisce (o meglio non gestisce) la nostra disastrata sanità non solo non è stato in grado nemmeno di calcolare con precisione il numero effettivo di pazienti in cura radioterapica, in modo da poter stanziare la cifra sufficiente a coprire i trattamenti, ma quando il problema si è presentato non ha trovato di meglio che spostare da un capitolo all’altro i soldi richiesti, diminuendo così la disponibilità per le visite ambulatoriali. Con l’ottimo risultato di togliere prestazioni ai pazienti e scontentare contemporaneamente la struttura privata.

Cosa ci insegna ancora una volta questa vicenda, che sarebbe quasi comica se non toccasse tragicamente la vita di chi già si trova a vivere giorni terribili, senza doversi chiedere anche dove andare a curarsi e come arrivarci?

Una verità molto semplice, che solo chi non ha a cuore i diritti dei cittadini che rappresenta può far finta di non vedere: solo una sanità pubblica messa in condizioni di funzionare a pieno regime, cioè dotata di personale sufficiente, attrezzature aggiornate e ben organizzate dai responsabili, può garantire in ogni circostanza il diritto alle cure, e in ultima analisi alla vita, come vediamo purtroppo ogni giorno in Molise.

Come si fa a non rendersi conto che se il reparto di oncologia fosse rimasto al Cardarelli questa situazione non si sarebbe mai verificata? Come si è potuto permettere che un settore così delicato e cruciale venisse spostato in toto ad una struttura privata? E cosa aspettiamo tutti a ribellarci ai continui soprusi ai quali ci sottopone l’incapacità (o peggio) dei decisori regionali e sanitari?

Non c’è più tempo: il disastro è talmente generalizzato da indurre un medico a recarsi in procura. Se fino a qualche tempo fa era il san Timoteo a fare notizia, dopo lo smantellamento di Larino e la silenziosa distruzione dei presidi di Agnone e Venafro, ora si susseguono le grida di allarme anche per Isernia e Campobasso. È l’intero sistema che crolla.

Bene, lo ripetiamo ancora e non ci stancheremo di farlo: i cittadini molisani hanno diritto a cure pubbliche, di qualità, tempestive, gratuite e universali, come dicono la Costituzione e la legge 833 del 1978.

E hanno il dovere di non fidarsi di chi parla di sanità solo in tempo di elezioni. Continuiamo a organizzare assemblee locali, presidi e manifestazioni; continuiamo a ribadire che la sanità deve essere sottratta alla gestione regionale, tornare allo Stato e garantire prestazioni uguali su tutto il territorio nazionale; continuiamo ad opporci all’autonomia differenziata che sarebbe davvero la campana a morte per la sanità, soprattutto al sud.

Ripetiamo le nostre tre semplici richieste, come segnale di una inversione di tendenza: investimenti extra fondo sanitario per personale e attrezzature; concorsi per primariato, in modo da riorganizzare i reparti ormai privi di guida; sostituzione dei vertici Asrem. Rinnoviamo l’appello a tutti i sindaci perché agiscano a livello istituzionale insieme ai cittadini.

Ma prima di ogni altra cosa continuiamo senza stancarci a chiamare la popolazione alla partecipazione, alla rivendicazione in prima persona dei diritti, alla presenza: non è più tempo di stare a guardare”.