Termoli

Ressa e tifo da stadio per Giuseppe Conte. Cena di pesce, passeggiata e comizio: “Noi siamo dalla parte giusta”

Il presidente del Movimento 5 Stelle arriva a Termoli accolto da centinaia di supporter che lo accerchiano durante la sua passeggiata su Corso Nazionale incitandolo ad andare avanti così. In piazza Monumento breve comizio improvvisato affiancato dai candidati pentastellati al collegio del Molise. Affrontati i temi del reddito, salario minimo, precarietà, diritti.

Termoli acclama Giuseppe Conte. E non solo Termoli: tra le centinaia di supporter che nell’ultima serata di agosto hanno riempito il corso Nazionale e piazza Monumento tanti sono arrivati anche dai comuni limitrofi e naturalmente da Campobasso. Come il coordinatore regionale Antonio Federico e il sindaco del capoluogo Roberto Gravina. Ci sono i consiglieri regionali, a cominciare da Patrizia Manzo e Angelo Primiani. E naturalmente ci sono i candidati all’uninominale e al plurinominale per il Movimento 5 Stelle al Collegio del Molise.

Ma c’è, soprattutto, la gente. Il “popolo”. Padri e madri, anziane, casalinghe e professioniste. Le donne hanno, da sempre, un ruolo apicale nel sostegno a Conte, che raggiunge dimensioni da tifo. “Presidente, sei il numero uno”, “Solo voi siete seri”, “La destra odia i poveri”, “Avanti così, sempre coerenti”.

Lui non si sottrae alle foto, blindato dalle guardie del corpo attraverso il Corso accerchiato, pressato da ogni lato. Sudore, emozione, incitamenti, determinazione a strappare un selfie a costo di cadere o farsi schiacciare dalla gente. Perché la gente c’è, ed è tanta. Al punto che l’ex senatore molisano Giuseppe Astore – uno che la politica la mastica da sempre e la conosce a menadito – si lascia scappare: “Io lo sto dicendo da tempo che li stanno sottovalutando”. Un analista politico aggiunge: “Stanno rimontando nei sondaggi, in Molise andranno più che bene e sono pronto a scommettere che non solo qua”.

Lo sguardo di Giuseppe Conte, rifocillato da una cena a base di pesce al ristorante Il Borgo (antipasti, chitarrine alla pescatora e vino delle cantine Martarosa, che vale al ristoratore apprezzamenti sinceri) è stanco. Sarà che approda a Termoli al termine di una giornata impegnativa, in cui ha toccato diverse città.

Quella di oggi probabilmente sarà l’unica tappa molisana, perché i tempi sono stringenti e le ultime settimane servono a convincere gli indecisi attraverso soprattutto i dibattiti e i confronti televisivi. Perché, gira e rigira, in Italia alla fine la televisione conta anche se, come sostiene lo stesso presidente del Movimento 5 Stelle in un comizio improvvisato in piazza Monumento, senza palco e senza casse e quindi udibile a pochissimi che gli stanno attorno, “Noi siamo bullizzati dal sistema mediatico, riceviamo insulti e attacchi ma andiamo avanti così. Ci sono stati riservati insulti e un attacco continuo, ma non ci siamo lasciati mai intimidire perché la nostra missione e il nostro obiettivo non è avere credito dalla stampa né essere annunciati dalle tv o dai gruppo economici e finanziari, anzi semmai dovesse succedere evidentemente staremmo sbagliando. La nostra unica missione è lavorare per il popolo e lavorare per gli invisibili”.

“Stare dalla parte giusta” è quasi un tormentone che Giuseppe Conte ripete in relazione ai temi cari ai pentastellati, dal reddito di cittadinanza al superbonus 110% al salario minimo alla sanità alla libertà e ai diritti sociali. Le parole del presidente accendono la folla, strappano entusiasmo alle signore che sgomitano per una foto ricordo in questa campagna elettorale inconsueta, mentre le forze dell’ordine faticano a tenere l’onda umana che si stringe attorno a Giuseppe Conte. Sale al cielo e si perde nell’aria umida in sospensione sulle teste qualche impropero contro Draghi.

Qualcuno fa il paragone con la visita, poche ore prima, della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sul lungomare di Termoli. “Risarcitemi per aver dovuto vedere Gorgia Meloni oggi, fatemi avvicinare vi supplico” implora una cinquantenne bionda esagitata. I bodyguard sono irremovibili, ma l’entusiasmo non crolla nemmeno di mezzo punto percentuale.