L'intervento

Radatta (Unione Popolare) firma l’appello di Slow Food: “Rinnovabili sì, speculazione no”

Anche Nicoletta Radatta, candidata alla Camera per Unione Popolare ed esperta in sistemi alimentari sostenibili, ha firmato l’appello lanciato dalla Condotta Slow Food di Termoli sul consumo di suolo fertile
per l’installazione di impianti di energia rinnovabile e per impedire la  realizzazione di centrali nucleari. Di seguito la sua dichiarazione.

Rinnovabili sì, speculazione no

“Ho firmato subito la dichiarazione di impegno ricevuta da Slow Food perché richiama l’attenzione su un problema urgente da risolvere: il dilagare di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli. Dell’appello condivido motivazioni e obiettivi: non possiamo permettere il sacrificio di migliaia di ettari perché il suolo agricolo rappresenta una risorsa sempre più scarsa e preziosa che va difesa in quanto tassello fondamentale della filiera agroalimentare molisana.

La crescita incontrollata degli impianti eolici e fotovoltaici rappresenta una minaccia per il territorio e il paesaggio e un avviso di sfratto per tutte le persone che si dedicano all’agricoltura e all’allevamento estensivo. L’invasione inarrestabile di pannelli e pale eoliche sta portando all’espulsione di agricoltori e allevatori dalle terre e dai
pascoli che rappresentano l’autentica ricchezza del Molise.

Il passaggio verso la produzione di energia da fonti rinnovabili è urgente e necessario, ma la spinta verso la decarbonizzazione dell’economia non può tradursi in una vera e propria offensiva per la conquista di terreni
agricoli su cui installare parchi fotovoltaici, soprattutto da parte di fondi di investimento o semplici intermediari delle società elettriche. Il denaro e la situazione di inaccettabile precarietà in cui versa l’agricoltura regionale rappresentano l’esca perfetta per trasformare un territorio delineato da uliveti e vigneti in veri e propri mari di specchi.

*Non sono contraria alle energie pulite, ma la collocazione degli impianti deve avvenire nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale e quindi nel rispetto del territorio, del paesaggio e delle persone che lavorano nella filiera agroalimentare.

A questo proposito, mi chiedo: perché le aziende del settore energetico, anziché prendere d’assalto i campi, non rivolgono la loro attenzione ai grandi spazi aperti come i parcheggi di centri commerciali, piazzole di sosta sulle autostrade, aree aziendali o pensiline delle stazioni ferroviarie? Perché non utilizzare queste aree con la doppia finalità di fornire riparo alle auto e alle persone mentre si genera energia? Per non parlare del potenziale offerto dai tetti degli innumerevoli edifici pubblici presenti su tutto il territorio italiano.

In Germania, solo per citare un esempio, la forma più diffusa di tecnologia energetica rinnovabile è il fotovoltaico su tetto che riesce a coprire oltre il 50% del fabbisogno energetico nazionale. Perché in Italia si preferiscono i grandi parchi anziché le installazioni domestiche?
Riguardo al nucleare, è necessario ribadire che le centrali, oltre a rappresentare un pericolo per le persone e il territorio, lasciano in eredità rifiuti radioattivi che mantengono livelli di radioattività elevati migliaia di anni.

Per promuovere la trasformazione dell’attuale sistema energetico, Unione Popolare ha messo nero su bianco il suo impegno a non incentivare un ulteriore consumo di suolo. A tale scopo, il nostro programma prevede il superamento delle forme di energia fossile e nucleare, grazie ad un piano di investimenti straordinario nelle energie rinnovabili da distribuire sull’intero territorio nazionale e in aree già artificializzate”.

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