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Imparare la matematica con l’app in stile Minecraft firmata da una molisana e dal marito: “Il gioco aiuta ad apprendere”

Si chiama "Matematica Superpiatta" ed è un gioco creato dalla molisana Silvia Baccaro e da suo marito Leonardo Guidoni, due fisici che hanno lavorato ad un progetto che permette agli studenti di imparare la matematica come se fossero immersi in una partita di Minecraft

Imparare giocando è il modo migliore per apprendere, e allora che fare se non applicare la teoria alla pratica? E’ quello che hanno pensato due fisici, lei molisana lui romano, marito e moglie, guardando i loro figli davanti allo schermo del computer a giocare. Se i ragazzi stanno ore e ore lì davanti perché non provare a sostituire il magico mondo di Minecraft fatto di blocchi, strumenti e strutture con cubetti di numeri, percorsi di operazioni e giochi di logica matematica? E’ quello che hanno fatto ormai due anni fa lavorando e sviluppando un gioco che si chiama Matematica Superpiatta che permette ai docenti di far esercitare i propri alunni con un gioco, ripassare le regole della matematica, fortificarle e renderle più chiare.

E siccome tutte le novità nascono dall’osservazione e dal bisogno, anche questa non ha fatto eccezione. “Abbiamo guardato i nostri figli giocare cinque o sei anni fa – racconta Silvia Baccaro, accento romano ma origini molisane, per parte di padre di Lucito, durante una giornata al mare nel corso delle ferie – e abbiamo pensato che il videogioco si poteva adattare per insegnare la matematica, il nostro progetto è nato in casa”. Con lei, laureata in fisica alla Sapienza di Roma e ora dottoranda in congedo dalla scuola, anche il marito Leonardo Guidoni, docente di chimica fisica all’Università de L’Aquila. 

app matematica gioco

Due grandi teste insomma, che si sono messe lì e hanno sviluppato interamente l’app, creato il corso per la formazione dei docenti e poi le schede utili agli insegnanti per la valutazione formativa. Insomma un gioco che può rappresentare delle vere e proprie verifiche, che vanno oltre i fogli protocollo e la penna rossa, per capire se davvero un alunno ha appreso.

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In un ambiente colorato, dinamico, fatto di mattoncini, cubi e percorsi con numeri e calcoli, i ragazzi davanti al computer giocano ma al tempo stesso riflettono, fanno conti e “in questo modo – spiega Silvia Baccaro che per questo progetto ha ottenuto un dottorato di ricerca alla Sapienza di Roma – l’insegnante può valutare ogni singolo alunno nel suo percorso, guardare i processi, le difficoltà, attraverso l’app interna può controllare come lavorano i ragazzi. Inoltre – aggiunge da prof di matematica della scuola secondaria di primo grado – è uno strumento che coinvolge tutti, tanti ragazzi che in classe erano silenziosi, timidi, impacciati, con questo strumento hanno fatto un grande lavoro e hanno appreso, questa per me è l’emozione più grande: riuscire ad arrivare a tutti, a coinvolgere tutti. Questo tipo di approccio non è uno sguardo giudicante, ma il ragazzo si sente libero e senza professori e genitori intorno che lo guardano mentre lavora e riflette, la condivisione tra pari aiuta gli studenti, la dimensione ludica aiuta l’apprendimento. Poi l’insegnante valuta l’apprendimento dei processi, non il risultato“.

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In questi due anni sono tanti gli studenti delle scuole elementari e delle medie che si sono messi alla prova con il gioco, seguendo le quattro fasi del progetto che permette di far giocare i bambini da soli senza pressioni esterne, per poi procedere con le schede didattiche che permettono di far emergere la matematica nascosta nel meccanismo stesso del gioco, a seguire un lavoro di gruppo per argomentare le risposte e infine una fase di discussione di matematica di classe dove viene valorizzato il contributo del singolo nella costruzione collettiva del significato matematico sotteso all’attività proposta.  Per tutte le informazioni, magari per i docenti curiosi di scoprire e sperimentare con i propri alunni, il sito internet, matematicasuperpiatta.it offre tutti i contatti e i riferimenti utili per iniziare la sperimentazione.

Nel corso degli anni numerosi insegnanti ed alunni di diverse scuole di varie regione italiane come Abruzzo, Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, Umbria, Toscana, Liguria, Friuli, Calabria, Puglia e Sicilia hanno sperimentato il gioco, anche grazie ai poli formativi “Future Labs” e “Formazione Steam” di Scuola Futura. “Stiamo lavorando per migliorare e per allargarlo anche alle superiori, e perchè no anche alle altre discipline”, raccontano i due progettisti. E chissà che in futuro anche le altre materie potranno essere imparate con questo gioco, perché appunto anche giocando si impara. Parola di fisici, di videogiochi e di app.

 

 

 

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