La testimonianza

Turisti che in estate tornano nei centri storici abbandonati: “Si può evitare col volontariato, sveglia Molise!”

Trentino e ripese di adozione, il signor Attilio Fronza è uno dei tanti villeggianti che in estate ripopolano il centro storico di Ripalimosani. "Molisani, scrollatevi di dosso la rassegnazione e non aspettate sempre aiuti statali. Al nord, da dove provengo io, esiste una capillare rete di volontariato che arriva lì dove non ce la fanno i Comuni"

Il 1 agosto Primonumero ha pubblicato un reportage fotografico per testimoniare lo stato di abbandono e di fragile bellezza della parte vecchia di Ripalimosani. Il borgo antico, un tempo cuore pulsante della comunità, nei decenni è andato via via spopolandosi (nonostante Ripa sia uno dei pochi comuni molisani ad aver ogni anno nuovi residenti) e oggi è come sospeso in un tempo e in uno spazio dai contorni indefiniti. Somiglia a un paese fantasma, custode di storie di chi un tempo lì ha vissuto tra botteghe e negozietti.
La sua storia non è diversa da quella di tanti altri piccoli borghi del Molise, una regione in cui ancora forte è la spinta all’emigrazione. 
A distanza di qualche settimana ci ha scritto il signor Attilio Fronza, un turista “ripese di adozione”, come si definisce lui stesso, che ogni estate passa le sue ferie nella casa di famiglia al centro storico.  Quel servizio lo ha colpito anche perché metteva in evidenza la pericolosità di quelle case diroccate in cui – come abbiamo visto anche noi – non è raro trovare vetri di vecchie finestre sbattute dal vento a terra e larghe crepe nei muri in pietra delle abitazioni abbandonate.
“Incuria, menefreghismo” è per questo – secondo Attilio – che il centro storico sta collassando. Eppure la parte più moderna del paese – quella che dal Morgione va verso Campobasso e dove negli anni sono andate a vivere le famiglie – “non ha storia” e non è neppure visibile da Ingotte dove, giungendo da Termoli, tutti, almeno una volta, abbiamo sollevato lo sguardo dal volante per ammirare quel paese così singolarmente arroccato sul tufo e che, con le luci della sera, somiglia a un presepe.
“Quello che mi fa star male – scrive ancora il signor Fronza – è l’abbandono della Ripalimosani vecchia, lo sporco, il degrado. Non riescono neppure ad avere finanziamenti per il recupero a livello storico-artistico, architettonico e urbanistico, non si creano realtà come piccole attività legate al turismo all’interno degli antichi vicoli.
Il presepe, come viene chiamato da molti, piano piano sta scomparendo poiché la gente vuole vivere nella comodità, mentre abitando le case del centro storico darebbe dignità al proprio paese… basterebbe una politica che guardi al recupero, alla salvaguardia della storia di Ripalimosani che sta e che rimane in quel nucleo di case che formano il centro storico. Inoltre, manca il senso civico e il volontariato che sono due cose importanti e vitali per ridare dignità e far rinascere Ripa. Io vengo dal Trentino (mia moglie è metà molisana da parte di padre), e ogni anno cerco di dare il mio contributo per mantenere il centro storico abitabile, ma sono solo e quando ritorno in vacanza ritrovo tutto disfatto. Il Molise non è tutto così, qualcosa sta cambiando, ma anche Ripalimosani deve cambiare per far in modo che tra qualche decennio il centro storico non sia solo un cumulo di case crollate e abbandonate! Come molisani dovete scrollarvi di dosso la rassegnazione, ma per farlo non si deve aspettare l’aiuto dello Stato, Regione, Provincia o Comune, ma deve essere accompagnato anche dalla volontà di ogni singolo cittadino che dia un apporto di tipo volontaristico; al nord da dove provengo non crediate che tutto sia oro e alle mancanze o dove non può arrivare l’amministrazione esiste una capillare rete di volontariato”.
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