Ricorsi e misure urgenti

I cinghiali saranno abbattuti ma la Regione deve risarcire agricoltori che hanno subìto danni

Respinto in Appello il ricorso guidato dall'amministrazione Toma che dovrà pagare le aziende agricole. Intanto la Giunta ha approvato le misure straordinarie per la riduzione del numero degli ungulati. Il consigliere M5S Vittorio Nola: "Bisogna agire così da tempo"

La riduzione del numero dei cinghiali è una delle prime misure inserite nel ‘Piano per gli interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana’. Il governo Toma ha appena approvato il provvedimento straordinario, atteso da tempo e invocato dagli agricoltori e da associazioni di categoria che lamentano danni per milioni di euro. In Molise si contano circa 40mila cinghiali e di recente sono stati avviati corsi per consentire agli stessi agricoltori di poter sparare agli ungulati.

Intanto l’ente dovrà comunque risarcire gli imprenditori che hanno subìto danni a causa della proliferazione degli ungulati. Sono tantissime le istanze di indennizzo presentate dai proprietari di aziende agricole che hanno visto campi e raccolti devastati dai cinghiali. La Regione si è opposta alle richieste di risarcimento, ma in Appello i giudici hanno respinto il ricorso.

“Era abbondantemente prevedibile che la Regione Molise avrebbe dovuto pagare, con tanto di interessi, i danni causati agli agricoltori”, commenta il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vittorio Nola.Il ricorso in Appello della Regione è stato dichiarato ‘infondato’ e quindi respinto. Alla beffa si aggiunge il danno: non solo non si è provveduto immediatamente a risarcire le aziende danneggiate dai cinghiali, ma si è tentato di aggirare il problema. Il risultato? Spese legali aggiuntive per opporsi alle legittime richieste di risarcimento, più i costi dell’Appello, ma il diritto degli agricoltori resta in piedi”.

L’esponente pentastellato ricorda di aver più volte sollecitato l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Cavaliere che “ha preferito cercare capri espiatori: il Ministro Patuanelli su tutti. Salvo poi correre ai ripari, ad emergenza già scoppiata, con soluzioni tampone e non concertate a dovere”. Dunque, per Nola è tardivo è anche il ‘Piano per gli interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana’ adottato dalla Giunta Toma lo scorso 29 luglio: tra gli obiettivi la riduzione del numero di cinghiali per arginare la diffusione di una malattia che si può trasmettere ai maiali costituendo un rischio gli allevamenti. Il Piano inoltre include le misure per fronteggiare un eventuale focolaio di peste suina, un aumento dei controlli negli allevamenti.

Il piano ha durata quinquennale e si applica su tutto il territorio regionale compresi Parchi, oasi di protezione, territori a caccia programmata, in aree urbane e periurbane, ed integra i Piani di controllo e prelievo selettivo già approvati e in corso di applicazione.

IL PIANO CONTRO LA PESTE SUINA

Il Piano punta ad una drastica riduzione degli ungulati, abbattendo l’80% dei capi in cinque anni. Un obiettivo che andava perseguito già da qualche anno, mentre si è perso tempo prezioso”, osserva ancora Vittorio Nola. Che poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Quando parlavo di peste suina africana, in occasione del calendario venatorio 2021/2022, l’Assessore sembrava quasi seccato. Ora è diventata l’ennesima emergenza nell’emergenza. Quando gli suggerivo di rivedere i criteri per ristorare le aziende agricole danneggiate, provvedendo a liquidare loro quanto dovuto, mi accusava di strumentalizzare il problema, infierendo con attacchi sul piano personale. Ora gli chiedo: vuole smetterla di nascondersi dietro alibi inutili? Intende, finalmente, risarcire i danni subiti da chi è già in difficoltà per la difficile congiuntura economica che stiamo attraversando, invece di spendere soldi pubblici per inutili azioni legali?”.

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