La polemica

Cittadinanza onoraria ai bimbi stranieri che vivono a Campobasso, M5S boccia proposta Pd

Il no della maggioranza pentastellata alla proposta manda su tutte le furie i dem di Palazzo San Giorgio: "Scuse pretestuose"

Definiscono “pretestuose e prive di fondamento, sia giuridico che politico” le giustificazioni fornite dalla maggioranza M5S che ha bocciato la proposta del Pd di modificare il regolamento cittadino che disciplina la cittadinanza onoraria. L’obiettivo dei dem era l’inserimento di una nuova forma di cittadinanza onoraria per riconoscere ai bambini stranieri che completano un ciclo di studi o di formazione la cittadinanza Campobassana. Un’iniziativa lanciata seguendo l’esempio del Comune di Bologna.

“La maggioranza 5stelle di Palazzo San Giorgio poteva dare un segnale chiaro di appartenenza vera e convinta al campo progressista. Un segnale privo di costi per l’amministrazione e con importanti effetti di inclusione per le bambine ed i bambini stranieri (e, indirettamente, per le loro famiglie) che frequentano le scuole campobassane”, spiegano i consiglieri del centrosinistra al Comune di Campobasso Alessandra Salvatore, Giose Trivisonno, Bibiana Chierchia e Antonio Battista.

Non abbiamo invocato una forzatura dell’attuale disciplina (peraltro possibile alla luce delle convenzioni internazionali, della nostra Costituzione e delle altre norma interne e, soprattutto, del nostro Statuto, cui si fa richiamo nella mozione). Abbiamo chiesto che il Consiglio facesse ciò che è nel potere di fare: introdurre una nuova e diversa forma di cittadinanza onoraria per chi si sente ed è già parte della nostra comunità scolastica e cittadina. Un atto concreto di inclusione i cui effetti straordinari, sul piano della lotta alla marginalità e del coinvolgimento sociale e civile, sono evidentemente sconosciuti alla maggioranza pentastellata, che ha opposto un secco no alla modifica, perdendo una bella occasione”.

Per i consiglieri comunali di opposizione, “Campobasso poteva dare un segnale chiaro di investimento civico sui bambini e sui ragazzi stranieri che vivono in città ed abbattere simbolicamente (con tutti gli effetti concreti del caso) una differenza che, nelle loro teste ed in quelle dei coetanei campobassani, con cui studiano e giocano gomito a gomito, non esiste più”.

Quindi l’affondo finale: “Le scuse accampate sono, oltre che evidentemente pretestuose, del tutto prive di fondamento, sia giuridico che politico. Resta il risultato: un no incomprensibile e miope non solo alla introduzione della cittadinanza onoraria per i “nostri” (li sentiamo così) ragazzi, ma anche alla realizzazione del loro piccolo grande sogno di inclusione: campobassani non solo nel cuore, ma anche negli atti di questa città”.

 

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