Il festival

Termoli, il futuro del Jazz è già qui: i poliedrici C’Mon Tigre ammaliano la piazza

Piazza Duomo 'a bocca aperta' per lo stupefacente concerto dei C'Mon Tigre, misterioso duo che si è esibito con 4 talentuosi musicisti. Sul palco un'orchestra ricchissima di strumenti e suggestioni, anche visive.

“Questo sarà il jazz tra cinque anni. Termoli è già nel futuro”

Abbiamo voluto iniziare con la fine, con le parole pronunciate da Disisradio (la radio di Isernia, partner di questa 8° edizione del Termoli Jazz) che dà l’idea di cosa sia stato il concerto di ieri, 29 luglio, il secondo – di fatto, dopo l’annullamento causa maltempo della prima serata – della kermesse musicale termolese.

Sul palco 6 musicisti, con al centro il duo dei C’Mon Tigre: ma sembrava ci fossero orchestre da tutto il mondo ieri in piazza Duomo, magnifico set del festival jazz che sempre più muta pelle nel nome della contaminazione.

Ma contaminazione rischia di essere una parola troppo stretta per i C’Mon Tigre e per la loro musica che racchiude, davvero, mondi e anche definirlo electro-jazz è poca cosa. Un’alchimia perfetta, fatta da un duo misterioso – l’uno davanti all’altro al centro del palco con voce, chitarra ed elettronica – che si è esibito con 4 fenomenali artisti: Mirko Cisilino (tromba, flicorno ed elettronica), Beppe Scardino (sassofoni ed elettronica), Pasquale Mirra (vibrafono) e Marco Frattini (batteria).

Insieme, come a comporre un poliedro, tutti loro coi loro plurimi strumenti hanno dato vita a una performance di stupefacente bellezza (anche estetica) e straordinario talento, regalando improvvisi cambi di ritmo che hanno fatto viaggiare da un Paese all’altro, e da un sogno all’altro, gli spettatori. Un concerto ‘immersivo’, a tratti onirico, indubbiamente di una suggestione unica. Una tigre camaleontica. Descrivere la loro musica non è impresa facile: “È più facile dire cosa non c’era in questo concerto”, ancora il commento degli operatori dalla radio in diretta dalla terrazza del Parini.

t jazz c'mon tigre
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La musica, dicevamo: sonorità mediterranee, afro e tribali, e ancora nordiche (che ricordano l’islandese Bjork): ma sia chiaro, non è possibile fare paragoni parlando dei C’Mon Tigre, formazione che mixa in maniera sbalorditiva tradizione jazzistica (che ogni tanto si fa largo nell’ibrido crogiuolo di mondi musicali) alla sperimentazione, termine di sintesi ma che in questo caso assume svariate forme.

t jazz c'mon tigre piazza duomo

 

La piazza, con i posti a sedere (stavolta) tutti occupati, si è lasciata trascinare dai ritmi, ora ipnotici ora travolgenti, del collettivo musicale che non si è affatto risparmiato e che, alla richiesta ‘osannata’ di bis, ha concesso un finale entusiasmante, pulsante, con incursioni ‘carioca’ e ritmi propri quasi di un concerto rock o di una serata disco. Il sestetto, guidato dalla voce fluida ed elettrificata arricchita dall’inedita ensamble, ha conquistato, e stupefatto, davvero tutti. Giovani e meno giovani.

 

Ultimo concerto stasera. Di seguito la locandina.

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