La crisi di governo

Federico: “Speriamo di arrivare a una sintesi e non perdere ancora pezzi. La crisi? Non era nei nostri piani”

Il coordinatore regionale molisano del Movimento 5 Stelle e deputato Antonio Federico difende la decisione di non votare il dl Aiuti in Senato e spiega: “A parte qualche posizione, la maggioranza è d’accordo che i 9 punti sui quali abbiamo chiesto risposte e impegni precisi non sono bandierine". Lo scenario è ancora incerto. “Quello che accadrà si saprà mercoledì e dipende anche da Draghi”.

“A chi fa battute sarcastiche sulla riunione interminabile dei deputati e dei senatori del Movimento 5 Stelle col presidente Conte, posso solo rispondere che stiamo lavorando incessantemente per arrivare a una sintesi, a una posizione comune che trovi tutti concordi entro mercoledì, quando alle comunicazioni del presidente Draghi seguiranno dibattito e voto. Stiamo facendo il possibile”. In un “buco” della riunione più lunga della storia politica italiana, l’assemblea congiunta Camera-Senato col capo del M5S, Antonio Federico raggiunto al telefono inquadra la situazione con la sua proverbiale “moderazione”, anche grammaticale.

Senza smentire che le posizioni interne al partito, dopo l’apertura della crisi politica di giovedì scorso quando il Movimento si è astenuto dal voto sul cosiddetto Dl Aiuti, sono tutt’altro che concordi. “E’ evidente che se le riunioni e l’assemblea congiunta stanno proseguendo significa che non si è arrivati a una convergenza di posizioni, ma io mi auguro che entro mercoledì, la data di scadenza ultima, si possa arrivare a una sintesi, e lo dico nell’interesse principalmente dei cittadini”.

Obiettivo dichiarato: “Una nuova agenda politica che guardi a questioni sociali, caro bollette, reddito, salari”.

La riflessione, al di là dei pregiudizi e delle preclusioni sul M5S, è limpida: se in Italia c’è un partito che ha ottenuto successi politici chiari, quello è proprio il 5 Stelle. Pensiamo all’abolizione dei vitalizi, ai fondi ai giornali sforbiciati, al reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del programma pentastellato, alla legge spazzacorrotti fino al superbonus 110. Antonio Federico la vede così: “Quello che stiamo vivendo in questa fase non è un capriccio ma la conseguenza di una linearità di percorso relativamente a questioni che non sono bandierine ma temi importanti e fondanti del Movimento 5 Stelle. Il senso del Governo è cambiato ultimamente, i nostri principi portanti sul reddito di cittadinanza e il superbonus sono stati annacquati e resi meno efficaci”.

E’ complicato spiegarsi da fuori l’apertura di questa crisi, e il deputato molisano spiega: “Se ci sarà una risposta chiara sui 9 punti che Conte ha posto all’attenzione di Draghi e un impegno concreto in merito, ritengo che si possa andare avanti”.

I 9 punti del testo riguardano reddito di cittadinanza, salario minimo, decreto dignità, aiuti a famiglie e imprese, transizione ecologica, superbonus 110%, cashback fiscale, intervento riscossione, clausola legge di delegazione.

“Non sono pretesti, perché le misure hanno subito un progressivo depotenziamento. Faccio un esempio su tutti: il Superbonus fatto con il decreto rilancio a luglio 2020, durante il governo Conte 2, è stato di fatto semiparalizzato a ottobre 2021 dal Governo Draghi per la questione antifrode, col blocco della cessione del credito. Stiamo lavorando incessantemente da novembre, abbiamo provato a cambiarlo e migliorare dall’interno visto che ci siamo anche noi al governo e ne siamo consapevoli, ma il risultato è che ci sono ancora 35mila imprese edili italiane impiccate. Oppure, faccio un altro esempio: vero è che il reddito di cittadinanza andrebbe migliorato, e d’altra parte le Regioni non hanno attuato i centri per l’impiego malgrado i fondi a disposizione, ma se nel decreto Aiuti passa a notte fonda un emendamento di Zangrillo, il fratello del medico di Berlusconi (Forza Italia), inizialmente per azzerare i contratti ai navigator ma poi riformulato sul Rdc con la clausola che debba essere il datore di lavoro potenziale a segnalare il percettore di reddito che non accetta un’offerta congrua e che in questo caso perde il sostegno, beh, che dire? E’ accettabile? E chi decide se un’offerta di lavoro è congrua? Un datore di lavoro che magari intende pagare un lavoratore due spicci?

La verità – aggiunge Federico – è che si è cercato di delegittimare il reddito di cittadinanza in ogni modo, e che non si sta facendo nulla nemmeno per il salario minimo perché se non si interviene sui contratti atipici stiamo a zero”.

“E’ giusto osare, è stato giusto osare alzando l’asticella delle richieste. Mario Draghi ha deciso di dimettersi per un non voto, non posso dire che le sue dimissioni siano state a effetto sorpresa ma è anche vero che ora cambiano le prospettive, e che è giusto osare fin dove possibile per portare avanti i nostri impegni su temi come reddito di cittadinanza, salario minimo, decreto dignità, aiuti a famiglie e imprese, transizione ecologica, superbonus eccetera”.

Federico, intercettato mentre è diretto a una riunione a Isernia, una delle tante in corso in questi giorni frenetici, ricorda che “questo Governo è nato per occuparsi di Pnrr, riforme e campagna vaccinale, non per rendere inefficaci misure come bonus edilizi e reddito di cittadinanza o per annacquare le sfide e gli impegni sulla transizione ecologica. Se ci sarà una risposta chiara sui 9 punti che Conte ha posto all’attenzione di Draghi e un impegno concreto in merito, ritengo che si possa andare avanti”. E rivendica la bontà del percorso intrapreso dal Movimento, a dispetto del “sentire comune” e delle critiche arrivate da tutti i fronti politici e partitici.

Se fra i deputati e i senatori ci sono posizioni differenziate “che speriamo di ricomporre”, in Molise non risultano – o almeno, non risultano all’onorevole Federico – voci discordanti fra gli esponenti pentastellati. “La nostra posizione è stata condivisa sul territorio, finora non ho avuto indicazioni contrarie dal partito sul territorio” conclude. E stavolta è il coordinatore regionale del Molise per il 5 Stelle a parlare.

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