Speranze rossoblù

“Adempimenti regolari e annullamento della bocciatura”: il Lupo (ri)vuole la C. Verdetto entro il 20

I legali del club chiedono “l’accoglimento del ricorso perché la documentazione risponde alle norme sportive e la riammissione”. Il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni si esprimerà tra il 15 e il 20 luglio.

Nel giro di una settimana si conoscerà il destino del Campobasso. Entro il 20 luglio, infatti, il Collegio di Garanzia dello Sport si esprimerà sul ricorso presentato dalla società rossoblù tramite gli avvocati del Dcf Sport Legal. In ballo c’è la conferma della bocciatura o la riammissione al campionato di serie C, ovvero il futuro del calcio nel capoluogo.

L’11 luglio scorso, la Sezione sulle controversie in tema di ammissione ed esclusione dalle competizioni professionistiche del Coni ha ricevuto il ricorso da parte del club di Mario Gesuè contro la delibera del Consiglio Federale che ha respinto il reclamo alla Covisoc, non concedendo la Licenza Nazionale 2022/2023 e non ammettendo la società al campionato di serie C.

Entrando nel merito della documentazione depositata dal Campobasso, si ricorre contro “ogni atto presupposto e precedente, anche se non conosciuto, tra cui la decisione Covisoc del 1 luglio 2021, oltre a tutti i documenti analizzati durante l’istruttoria, non conosciuti e conosciuti, tra cui il parere contrario espresso dalla Covisoc nella riunione del 7 luglio 2022”. E ancora, “anche previo eventuale accertamento di illegittimità ed annullamento del Manuale delle Licenze Nazionali, nonché di tutte le norme federali, nella parte in cui non consentono l’iscrizione di un club al campionato di riferimento allorquando non risulti oggettivamente possibile regolarizzare la posizione fiscale della società nei termini richiesti dal Sistema di Licenze Nazionali stesso”.

I legali puntano chiaramente “all’accoglimento del ricorso, accertata la regolarità degli adempimenti del club, che risultano conformi alle norme sportive, anche tenuto conto della particolarità della situazione e all’annullamento del provvedimento del Consiglio Federale, disponendo l’ammissione della società al Campionato Serie C 2022/2023”.

In parole povere, l’obiettivo è dimostrare che “i tributi non versati sotto la lente della Covisoc si riferiscono a periodi in cui il club militava tra i dilettanti, peraltro in pieno periodo Covid, e quindi regolati in maniera diversa rispetto a ciò che si chiede a una società professionistica. Da qui la scelta, che un’azienda può legittimamente fare, di attendere le relative cartelle esattoriali, soprattutto durante una pandemia” spiegano dalla società.

Quando la Figc ha diramato le regole per l’ottenimento della Licenza Nazionale il Campobasso era in una strada senza uscita: gli avvisi bonari ricevuti in serie D erano scaduti, ma non erano stati ancora iscritti a ruolo. “Un limbo in cui qualsiasi contribuente – e perciò anche una società di calcio – non può fare nulla se non attendere la relativa cartella, anche perché l’avviso bonario non è certo un atto sanzionatorio” prosegue la tesi del club di Corso Vittorio Emanuele.

Il Campobasso, pur non potendo forzare le tempistiche di iscrizione a ruolo o poter addirittura tornare indietro nel tempo, “ha spontaneamente attivato, in linea con le scadenze Figc, una procedura di pagamento pienamente riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate con un documento ufficiale. Ma tale attestazione è stata stranamente ignorata dagli organi federali”. Si parla di un debito di circa 60mila euro: si spera che non si scompaia dal professionismo per una disattenzione, un errore di superficialità, se così si può chiamare, di questa entità.

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