Campobasso

Aumentano i contagi e le Usca chiudono. Primiani (M5S): “Toma e Florenzano vadano a casa”

Il portavoce dei 5 Stelle punta il dito contro il vertice regionale e la Asrem ritenendo incomprensibile la scelta di mandare a casa "senza appello" il personale sanitario che è stato di grande aiuto nel periodo emergenziale e che altre regioni vorrebbero reimpiegare nel comparto sanitario ancora in forte sofferenza.

Sono state punto di riferimento per tutto il periodo emergenziale della pandemia da Covid 19. Parliamo delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale per le quali oggi, 30 giugno, è l’ultimo giorno di lavoro.

Composte da un medico e un infermiere, hanno fatto visite a domicilio (su segnalazione di pediatri e medici di famiglia) a centinaia di contagiati o sospetti pazienti covid per mesi, seguendo il quadro clinico e disponendo anche i ricorveri ospedalieri.

Da domani, 1 luglio, non ci saranno più, come ha denunciato il consigliere regionale Angelo Primiani. Per l’esponente del M5S la responsabilità di una scelta del genere è imputabile ai governo regionale e al vertice dell’Asrem.

“Salvo ripensamenti dell’ultima ora – scrive Primiani -, dal primo luglio saranno dismesse le Usca. Un problema comune, che diverse regioni però hanno affrontato per tempo, una volta cessato lo stato d’emergenza. Così, mentre in Molise l’Asrem ne decretava la chiusura già il primo aprile, ad esempio nel Lazio e in Toscana si procedeva a redigere regolamenti di funzionamento, in attesa di una riorganizzazione di livello nazionale. Dovrebbe essere inutile sottolineare l’importanza delle unità mobili nella nostra regione, caratterizzata dall’isolamento geografico e infrastrutturale di interi territori, già privi di strutture ospedaliere, ma anche popolata da tanti anziani. Si fa un gran parlare dell’importanza della medicina territoriale ma, quando c’è da regolamentarla o da appostarvi risorse, il governo regionale e l’azienda sanitaria se ne dimenticano.

Leggendo i documenti delle due regioni citate, emerge quanto ritengano fondamentali i servizi prestati dalle Usca in emergenza che, è bene ricordarlo, non è mai rientrata. Toscana e Lazio dichiarano anche di non voler disperdere l’esperienza maturata dagli operatori delle loro Unità speciali durante le precedenti ondate di Covid. Da noi, invece, la direzione generale di Asrem non ha neanche immaginato un impiego alternativo di quelle figure professionali, mandate a casa senza appello. Eppure, di alternative ce ne sarebbero diverse.

Continuo a nutrire sinceri dubbi sulle competenze manageriali del dg Florenzano che, è ormai sotto gli occhi di tutti, manca di una visione strategica di lungo termine. La demedicalizzazione delle postazioni 118 di Frosolone e del basso Molise, ad esempio, poteva essere tamponata proprio grazie ai medici delle unità speciali. Oppure si poteva pensare di trasformare le Usca in unità di assistenza ai medici di base. Tutte soluzioni di buon senso, che ci aspetteremmo dal manager di un’azienda sanitaria. Ma, in Molise, il Direttore generale ci ha abituati a decisioni dell’ultimo momento: non affronta i problemi fino al giorno prima di una scadenza o senza il sollecito di qualche articolo di giornale.

La situazione non è più tollerabile. Proprio martedì attendevamo di discutere in Aula una nostra mozione, che chiedeva la revisione degli obiettivi assegnati al responsabile operativo della sanità molisana. Guarda caso, però, chi è chiamato a sorvegliare sul suo operato era assente. Toma e Florenzano sono due facce della stessa medaglia: quella del pressappochismo. Per il bene dei molisani, farebbero bene a porre rimedio a queste gravi dimenticanze senza ulteriore indugio. Ci attendiamo una risposta nel giro di poche ore. Altrimenti, rinnoviamo ad entrambi l’invito a dimettersi per il bene dei molisani”.

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