Lo sciopero

La scuola si ferma e va a protestare a Roma. “Grande adesione dal Molise”

I primi dati indicano una larga adesione allo sciopero nazionale e alla manifestazione in piazza Ss Apostoli. Pino La Fratta, segretario Cgil Scuola Abruzzo e Molise: "Siamo in tanti, non possono ignorarci. Chiediamo al governo di invertire la rtta e cambiare la programmazione per le aree spopolate".

“Siamo tanti, siamo arrivati da tutte le regioni e il Molise ha fatto la sua parte. Dai primi dati direi che l’adesione a questa giornata di sciopero è molto alta e addirittura ci sono scuole rimaste chiuse in Molise proprio perché il personale è qui a Roma”.

Pino La Fratta, segretario regionale Cgil Scuola per l’Abruzzo e il Molise, parla di partecipazione molto ampia con diversi autobus partiti dal Molise alla volta di Piazza Santi Apostoli a, dove è svolta una grande manifestazione a supporto dello sciopero nazionale della scuola convocato dalle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil,Snals, Gilda e Anief, che protestano contro le norme del Governo su formazione e reclutamento e contro il decreto in discussione al Senato ritenuto “inaccettabile nel metodo e nel merito”.

Invece di trovare le risorse per rinnovare il contratto – aggiuge la Cgil – “si dà vita ad un sistema di valorizzazione professionale con premi una tantum sulla base di percorsi di formazione selettivi definiti dall’alto, per di più finanziati con i soliti tagli all’organico dei docenti”. I sindacati parlano di 9600 posti di lavoro a regime in meno.

Intanto per il Molise, evidenzia La Fratta, “si prospetta un rientro sui banchi a settembre con 450 persone in meno, tra docenti e personale Ata. Si tratta di persone assunte con contratti covid che non si sa che fine faranno e che finora si sono occupate anche della sicurezza e della igenizzazione, esigenze che non dovrebbero venire meno”.

“Ccon il piano nazionale di ripresa e resilienza ci avevano detto che avremmo avuto le risorse per fare investimenti e invece ci ritroviamo con una mannaia sulla testa, accelerando il percorso di distruzione della scuola pubblica” prosegue Pino La Fratta, che chiede una programmazione inversa per le aree caratterizzate dallo spopolamento rispetto a quella attual, “che minaccia di farci entrare in una spirale negativa”. No alle norme su formazione e reclutamento, “bisogna prendere atto che i provvedimenti presi sono sbagliati e la larga larghissima partecipazione di oggi non può essere ignorata”.

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