Campobasso

Venerdì Santo, Campobasso riabbraccia la Processione: il “Teco Vorrei” promessa di resurrezione fotogallery

A distanza di due anni, complici le ripercussioni della pandemia, nel capoluogo torna la storica celebrazione: strade e piazze di nuovo piene per partecipare a uno dei momenti più suggestivi della tradizione spirituale cittadina.

Il potere della memoria, il dolore su un altare. Amore incarnato piovere, come petali; lacrime soffiate dentro a un canto antico, padre delle sotterranee piramidi di questa città. Che oggi sembra prepararsi a risorgere, ancora una volta; ancella delle piaghe del Cristo e delle proprie, regina della sua tradizione popolare. Venerdì Santo: Campobasso si ferma. Prega, respira, provando a scrollarsi via dal cuore la polvere di stagioni tormentate.

Venerdì santo 2022 Foto albiniano

Catabasi e ritorno. A una celebrazione identitaria, alle stanze del folklore, alla sublime profondità dello Spirito; ai vicoli di nuovo pieni, alla meraviglia dei più piccoli, al groppo in gola dei più grandi. A quei passi cadenzati, alle forme struggenti di litanie grevi: “Teco Vorrei, Signore…Oggi portar la croce”.

Già, la croce: il peso di errori e pentimenti, di sofferenze mai veramente svanite, di ferite e di solitudini, di lutti e assenze, di notti passate a navigare i mari dell’abbandono. Drammi appesi a Golgota esistenziali, che riaffiorano oggi nel percorso di questa Processione e dei suoi istanti, finalmente pronti a incidere di nuovo il proprio grido nel sangue e sulla pietra: lì dove ogni vita è ultimamente testimoniata.

Venerdì Santo 2022 folla mascherine

Da Santa Maria a via Marconi, da Sant’Antonio Abate a Largo San Leonardo, passando per via Mazzini e via Ferrari, fino a corso Vittorio Emanuele e piazza della Vittoria: la solennità dei gesti, il pathos negli sguardi; occhi dentro occhi, emotività legate da magie ancestrali; attese dense, come pervase da note d’incenso. La passione del Re dei re e quella dei figli di questa terra correre insieme, in una simbiosi mistica, in un corridoio intimo, ardendo della stessa feroce promessa: risorgere.

Più di una catarsi, più di una semplice “riappropriazione”. E poco importano la riduzione dei cantori e le mascherine sui loro visi, perché Campobasso torna oggi a riabbracciare la sua storia, a disegnare ancora una volta i contorni del suo destino. Nonostante un lungo buio, nonostante gli strascichi atroci della pandemia ed i suoi sanguinosi lasciti. Oggi questa città non è più sola, perché ritrova se stessa. Ed in lei, insieme a lei, noi ci ritroviamo: nello stesso silenzio, nello stesso dolore, nel medesimo abbraccio. A procedere insieme. Come figli e come fratelli. Uniti in un solo sangue, in un solo canto. In un solo amore.

 

(Nel video il coro si unisce alla processione in piazza Cesare Battisti)

 

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