È stato chiesto il processo per omicidio stradale a carico del 72enne originario di Castelpetroso ma residente a Roma che l’11 luglio 2020 sulla Statale 647, la Bifernina, ha tagliato la strada a una coppia in motocicletta. Lei, Maria Incoronata Melfi di 50 anni, è morta poche ore dopo per le gravissime lesioni riportate. Il marito, Lino Carmine La Selva, ha lottato tra la vita e la morte per due settimane in rianimazione e tutt’oggi soffre una invalidità causata dallo schianto.
Il prossimo 17 maggio ci sarà l’udienza preliminare nel tribunale di Campobasso e i familiari chiedono, attraverso una nota, risposte sul fronte penale dopo il risarcimento già deciso. A conclusione delle indagini preliminari il Pubblico ministero Elisa Sabusco ha chiesto il rinvio a giudizio per il 72enne, ritenuto unico responsabile della tragedia, che dovrà rispondere di omicidio stradale per la morte di Maria Melfi di Morrone del Sannio e di lesioni e di lesioni stradali procurate al marito.
La notizia è comunicata dagli avvocati penalisti Fabio Ferrara del foro di Bari e Marcello Bevilacqua del foro di Chieti attraverso Studio 3A. I legali avevano chiesto e ottenuto la perizia cinematica per ricostruire la dinamica e le cause del sinistro, e il perito aveva concluso che la causa scatenante andava individuata nell’improvviso scarto sulla carreggiata della Fiat “che decelera va improvvisamente con uno spostamento verso sinistra”.
In sostanza – è la ricostruzione – il conducente della moto, una Yamaha che viaggiava al di sotto del limite di velocità vigente, non ha potuto prevedere la manovra e non si è potuto fermare in tempo. L’impatto è stato quindi inevitabile perché la Panda ha occupato tutta la corsia di marcia e parte di quella opposta mettendosi di traverso sulla strada.
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