Il complice

Rapina finita in omicidio in Lussemburgo: fra i tre arrestati anche un collega di Sonia

Un dipendente del ristorante avrebbe permesso ai due rapinatori di entrare nel locale dove si è consumato il delitto della 46enne di Petacciato

C’è anche un collega della vittima, dipendente del ristorante ‘Vapiano’ della capitale lussemburghese fra i tre giovani arrestati giovedì scorso 28 aprile dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio di Sonia Di Pinto, la 46enne di Petacciato trovata morta nel seminterrato del locale dove lavorava.

Secondo i media lussemburghesi infatti un collega di Sonia sarebbe stato il primo a finire agli arresti e anche grazie al suo interrogatorio la polizia sarebbe riuscita a identificare e quindi fermare anche i due autori materiali del delitto, dopo una ricostruzione dei fatti nei quali sono state decisive le immagini delle telecamere di videosorveglianza che mostrerebbero l’aggressione. È un fatto che crea sconcerto fra i tanti, sia a Petacciato che altrove, colpiti dalla tragedia avvenuta nel giorno di Pasqua.

Tuttavia un particolare di questo tipo era stato ipotizzato da più parti soprattutto quando era emerso che la mattina del ritrovamento del cadavere di Sonia, la collega giunta ad aprire il locale la domenica di Pasqua, l’aveva trovato chiuso a chiave. Un elemento che era stato sottolineato anche dal compagno della vittima in una intervista ai media nazionali. “Come se qualcuno avesse chiuso dall’interno per poi fuggire da una finestra” aveva ipotizzato.

Non si conoscono i dettagli ma a quanto si legge sui giornali lussemburghesi il complice avrebbe permesso ai due rapinatori di entrare all’interno del locale dove Sonia stava contando il denaro alla fine di una serata di lavoro. La rapina sarebbe stata compiuta per un bottino piuttosto magro, appena 3000 euro, almeno questo è quello che mancherebbe dalla cassa di quella giornata.

Restano da chiarire invece i dettagli sul perché i due giovani, entrambi fra i 20 e i 30 anni, abbiano poi finito per aggredire la 46enne molisana picchiandola e uccidendola in un gesto che il vescovo Gianfranco De Luca durante i funerali di Sonia ha definito di “stupidità dell’uomo” e ancora di “banalità del male”.

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