Politiche e regionali 2023

Nuovo statuto, alleanza col Pd e alla Regione un presidente politico: il M5S diventa un partito – le VIDEOINTERVISTE

Dopo l'ok all'iscrizione nel registro dei partiti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è diventato ufficiale il nuovo status giuridico del Movimento 5 Stelle. Ora lo sguardo è al doppio appuntamento elettorale del 2023, quando si svolgeranno le Politiche e il Molise sarà chiamato a rinnovare anche il Consiglio regionale. Antonio Federico e Angelo Primiani non hanno dubbi: "Alleanza col Pd, con la società civile e la sinistra storica. No alle ammucchiate. Candidato presidente esterno alla politica? Meglio di no, insegnano le esperienze di Toma e Frattura".

28 aprile 2022. Una data che entra dritta dritta nella storia del Movimento 5 Stelle: da ieri è iscritto ufficialmente nel registro ufficiale dei partiti e, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale (precisamente nella sezione ‘Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici’), acquisisce formalmente lo status di partito. Un cambiamento fondamentale “ma solo formale”, ci tiene a dire il parlamentare Antonio Federico, comunque sancito a distanza di tredici anni dalla nascita (era il 2009, ndr) come associazione di attivisti e che consentirà a M5S di accedere ai finanziamenti consentiti dallo Stato devolvendo il 2 per mille dell’Irpef. “Sono fondi che consentono le attività di qualsiasi partito”, aggiunge il deputato. Ma “la sostanza politica non è cambiata: Giuseppe Conte resta il nostro leader conclamato”.

I sondaggi dicono che M5S è il terzo partito in Italia, almeno stando all’ultima indagine Ipsos riportata da La7: si attesta al 15% (+0,7) e ha superato la Lega di Matteo Salvini (14,7%, – 2,2%). Fratelli d’Italia si conferma al primo posto (21,9% – +0,7%), seguito dal Partito democratico (21,1% – + 0.7%), ossia proprio l’alleato con cui M5S ha intenzione di costruire una coalizione alle Politiche del 2023 dopo l’esperienza di governo del Conte bis. Lo stesso tandem sarà riproposto in Molise, che il prossimo anno rinnoverà anche il Consiglio regionale.

“Noi dobbiamo costruire un’alternativa al governo di centrodestra – l’analisi che Federico fa a Primonumero – che finora non è riuscito a rispondere ai problemi dei molisani. E il percorso preferenziale è quello con il Partito democratico sia per l’esperienza consolidata a livello governativo sia per l’opposizione fatta insieme in Consiglio regionale. Poi è chiaro che dobbiamo trovare un’intesa sui temi prima che sulle persone, allargarci alla società civile, alla sinistra storica e a tutti i partiti che hanno sostenuto il Conte 2 per avere una base più solida e cambiare finalmente il governo di questa regione“.

Nelle trattative con gli alleati per definire programmi e candidati, il Movimento 5 Stelle dovrà compiere un altro ‘passo’ politico: scegliere un segretario regionale e un apparato politico sul territorio. Per questo la riorganizzazione è stata una delle priorità del confermato capo politico Giuseppe Conte che, dopo gli Stati generali, nei giorni scorsi ha incontrato 80 eletti in tutte le Regioni italiane. C’era anche Angelo Primiani, consigliere regionale al suo primo mandato dopo le Regionali di quattro anni fa. “Anche il Movimento 5 Stelle ha necessità di strutturarsi per rendere più partecipi i territori. E’ stato un processo inevitabile – dichiara – M5S ha fatto della partecipazione interna e diretta un punto di forza, che non verrà meno in questo in questo nuovo corso. Tutte le decisioni vedranno la partecipazione degli iscritti, degli eletti e degli attivisti”.

Anche a suo avviso la strada da seguire è assieme ai dem: “Stiamo lavorando nel solco di un’alleanza col Pd, c’è la volontà di lavorare ad una coalizione riformista e progressista. Vogliamo creare una proposta alternativa in discontinuità con il passato, per questo non accetteremo i transfughi. Saremo intransigenti su questo punto, non ci presteremo ad ammucchiate elettorali”. 

La scelta del candidato presidente (il Pd si affida di solito alle primarie, come avvenuto anche per scegliere Paolo di Laura Frattura, ad esempio) potrebbe essere uno dei nodi della discordia tra i due alleati. Antonio Federico individua la soluzione e delinea tre passaggi necessari: “Una volta definiti il perimetro della coalizione e i temi, sarà quasi naturale individuare il candidato che potrà fare sintesi. Una figura di profilo politico è una scelta migliore rispetto al candidato calato dall’alto”, esplicita Federico.  

D’accordo con lui Primiani: “Meglio una figura dal profilo politico: insegnano le esperienze con Toma e Frattura. Mi sembra che sia un intendimento comune con il Pd. I nomi? E’ un discorso prematuro“.