Verso l'estate

8 ettari di pineta distrutti, operai forestali rilanciano: “Servono due squadre pronte da subito”

Dopo il rogo a Petacciato marina martedì scorso, il Comitato operai forestali molisani torna a chiedere già a primavere due squadre di pronto intervento per aiutare a spegnere gli incendi

L’estate è ancora lontana ma il problema degli incendi è già evidente in Molise, come evidenziato dal rogo che ha distrutto una porzione della pineta di Petacciato martedì scorso. Anche per questo infuria la polemica sul mancato utilizzo degli operai forestali.

“Nei giorni scorsi – scrive oggi il Comitato Operai Forestali del Molise – un vasto incendio ha interessato l’area della pineta di Petacciato distruggendo, nel giro di poche ore, circa otto ettari di macchia mediterranea e provocando danni inestimabili da un punto di vista paesaggistico e ambientale.

Questo ennesimo rogo fuori stagione divampato nel territorio molisano porta nuovamente alla ribalta la proposta avanzata dal Comitato Operai Forestali di istituire squadre di pronto intervento in caso di incendi”.

Questa la proposta rilanciata dal Comitato: “Torniamo a ribadire la necessità di creare due squadre, una per provincia, composte da circa cinque unità di operai stagionali che, continuerebbero a svolgere le regolari mansioni ma, in caso di necessità, anche durante questa stagione primaverile potrebbero essere precettate per raggiungere in tempi rapidi le zone interessate dalle fiamme per supportare le operazioni di spegnimento. Ricordiamo – fanno sapere dal Comitato – alle istituzioni regionali che i lavoratori stagionali nei mesi estivi sono già impegnati nelle attività antincendio e che alcuni di loro possiedono la qualifica DOS (Direttore Operazioni Spegnimento), acquisita dopo numerosi corsi di formazione e di aggiornamento finanziati dalla Regione Molise”.

Nonostante il problema sia molto sentito, al momento la proposta è caduta nel vuoto. “Ad oggi le nostre richieste non sono state prese in considerazione, l’ennesimo schiaffo politico nei confronti di circa 150 lavoratori che da decenni vivono in una condizione di precarietà occupazionale e che sistematicamente devono far fronte a ritardi nei pagamenti degli stipendi e lunghi periodi di inattività, anche a causa di problematiche di natura burocratica. Continuiamo a ribadire la necessità di una programmazione e una progettualità seria e a lungo termine. Senza dimenticare che la maggior parte dei roghi sono causati da una inadeguata attività preventiva. In ballo non c’è solo il futuro dei lavoratori ma anche della nostra regione, sempre più falcidiata da vasti eventi incendiari anche in periodi dell’anno in cui, fino a qualche tempo fa, il divampare delle fiamme non era così frequente”.

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