Una fetta di terra che si allunga per 800 metri, dalla Statale 16 fino a dopo l’autostrada A14. 64 ettari di terreno, in larghissima parte coltivato a grano, vigneti e ortaggi. Carote, patate, piselli. Tutto finito sott’acqua.
Siamo in contrada Ramitelli a Campomarino, e l’inondazione riguarda n punto che si allaga sistematicamente, a ogni pioggia più intensa e prolungata. Gli agricoltori proprietari di quegli appezzamenti non ne possono più. Il loro investimento naufraga, e viene meno – pioggia dopo pioggia, esondazione dopo esondazione – anche la buona volontà più tenace che devono mettere in campo per resistere.
“Vediamo i nostri terreni trasformati in una grande risaia. A questo punto sarebbe meglio fare un piano di coltivazione riso” dice Angelo provando a ironizzare ma con l’amarezza nella voce, la frustrazione addosso nel vedere ancora una volta il lavoro di coltivatore diretto andare a farsi benedire sotto un enorme quantità di acqua, peraltro con la minaccia di nuove piogge rilanciata dagli esperti meteo per i prossimi giorni.
Il danno, anche questa volta, è enorme. Gli agricoltori lo sanno bene e non hanno molta voglia di scherzare su impianti di bambù o risaie. “Siamo disperati, non sappiamo davvero più che cosa fare ma sappiamo che rischiamo il capitale”.
Il problema si chiamano canali di bonifica, che esondano nel momento in cui raccolgono l’acqua e la trascinano lì, dove c’è una sorta di sbarramento che fa tracimare il torrente. L’acqua arriva oltre l’argine e riempie quei campi come fossero una grade tinozza. La manutenzione? “Paghiamo le quote, ognuno di noi versa al Consorzio di Bonifica il corrispettivo per la pulizia dei canali e le are operazioni. Si tratta di migliaia di euro all’anno” raccontano gli agricoltori.
Peccato che la manutenzione fino a quel punto non ci arriva. Si interrompe prima, probabilmente perché la zona è scomoda e l’intervento troppo costoso per un consorzio disastrato e sotto commissario.
Il risultato è questo che i video documentano. In una notte una vastissima parte di coltivazione è distrutte dall’acqua, compresi vigneti e grano, i cui costi (specie di quest’ultimo) sono saliti a dismisura, facendo lievitare le perdite.
La criticità non viene affrontata in maniera radicale malgrado si verifichi da decenni. “Ogni volta che piove sopra i 2 millimetri per 4 o 5 ore di seguito – dice ancora Angelo – noi sudiamo freddo. E purtroppo abbiamo ragione”.
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