Dopo gli esposti

Morti covid, altra proroga delle indagini preliminari. Comitato Vittime amareggiato, “Vogliamo giustizia”

La Procura ha chiesto altri sei mesi per verificare le denunce di presunta mala gestione ospedaliera presentate da alcuni parenti di pazienti deceduti al Cardarelli

La Procura della Repubblica di Campobasso ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale altri 6 mesi per le indagini sui decessi covid in Molise, avviate in seguito agli esposti presentati dal Comitato Verità e Dignità Vittime Covid 19.

È lo stesso comitato presieduto da Francesco Mancini e rappresentato in sede legale dall’avvocato Vincenzo Iacovino a rivelarlo, spiegando che la richiesta è stata avanzata esattamente dopo 12 mesi dall’avvio delle indagini. Il comitato si dice “estremamente amareggiato” da questa ulteriore proroga relativa alle denunce su decessi covid all’ospedale Cardarelli di Campobasso e ricorda che nell’incontro avuto con il Procuratore della Repubblica lo scorso 18 marzo, in occasione della giornata dedicata alle vittime covid, i familiari di alcuni pazienti deceduti hanno già espresso un forte rammarico “per la nomina come consulenti di medici legati all’ospedale di Benevento dove ha prestato servizio il vertice Asrem”, il direttore generale Oreste Florenzano.

Il comitato che si è costituito il 4 dicembre 2020 ha sempre parlato di “omicidi nosocomiali” la cui responsabilità, a loro giudizio, andrebbe ascritta ai vertici gestionali della sanità. Si tratta di ipotesi da verificare sulle quali il procuratore capo Nicola D’Angelo è al lavoro da un anno.

Il comitato in una nota torna a sottolineare il problema dei posti letto di terapia intensiva che sarebbero stati gonfiati, la mancata attivazione di un ospedale preposto al covid e la questione dell’impianto di ossigeno malfunzionante del Cardarelli. “Invitiamo il Procuratore a prendere atto dei video andati in onda in tutta Italia dove i nostri cari ricoverati in situazioni drammatiche lamentavano la scarsità di ossigeno e dove preannunciavano il loro decesso per mancanza di ossigeno. Tutto questo è insopportabile, aspettiamo delle risposte e vogliamo che sia fatta giustizia”.

Le ipotesi di reato al vaglio dei magistrati si riferiscono alla gestione della sanità durante la pandemia e spaziano da falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici a epidemia colposa e delitti contro la salute pubblica.

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