Rigenerazione urbana a termoli

Il progetto ‘misterioso’ di Pozzo Dolce. M5S e Sinistra: “Riesumazione del tunnel senza tunnel”

I gruppi di opposizione avanzano dubbi sulla riqualificazione dell’area sotto Piazza Sant’Antonio: risorse finanziarie e cubature non tornano

Poche settimane fa il Comune di Termoli ha ottenuto un finanziamento di cinque milioni di euro per la rigenerazione urbana. Del progetto però attualmente non c’è traccia e stando a quanto riferito dall’Amministrazione, dovrebbe trattarsi della riqualificazione di Pozzo Dolce alla quale aggiungere però altri nove milioni di euro. Come trovare i fondi e cosa realizzare è ancora un rebus e oggi M5S e Rete della Sinistra avanzano pubblicamente un dubbio legittimo: “Rigenerazione del Pozzo Dolce o riesumazione del Tunnel (senza tunnel)?”.

I due gruppi di opposizione motivano il dubbio che dietro possa esserci nuovamente il parcheggio interrato sotto piazza Sant’Antonio con opere annesse. “L’ingegner Roberti da candidato sindaco si è espresso più volte contro la finanza di progetto popolarmente detta “il Tunnel”. In realtà la componente di quel progetto più distruttiva del paesaggio e dell’identità dei luoghi non era tanto lo scavo del tunnel dal porto al litorale nord, quanto l’edificazione di un enorme complesso edilizio polifunzionale, al posto del Piano di Sant’Antonio e del parcheggio multipiano fatiscente che si trova al piede del Pozzo Dolce. Il Piano di Sant’Antonio doveva essere sbancato fino a 4 metri sul livello del mare e sostituito da un fabbricato su cinque livelli, adibito a parcheggio pubblico a rotazione, parcheggio privato, garage privati, esercizi commerciali e 10 appartamenti “ricettivi”. Al posto dell’edificio fatiscente del Pozzo Dolce dovevano realizzarsi due livelli del parcheggio pubblico a rotazione (in continuità con quelli del Piano di Sant’Antonio), sui quali collocare un teatro, raggiungendo complessivamente l’altezza del Piano di Sant’Antonio (20 metri s.l.m.). Insomma – proseguono Sinistra e M5S- si prospettava una massa di cemento di 115.000 metri cubi, con un’impronta a terra di 8.940 metri quadri, per metà di proprietà del Comune (parcheggio pubblico) e per l’altra metà concessa al privato in comodato d’uso gratuito per sempre.

Il 5 giugno 2019, a ridosso del ballottaggio del 9 giugno tra i candidati sindaco Sbrocca e Roberti, quest’ultimo ha incontrato una delegazione del Comitato No Tunnel, alla quale – riferisce la stampa locale – “ha confermato la sua contrarietà alla realizzazione del Tunnel e ha dichiarato che l’unica area da riqualificare del centro di Termoli deve essere Pozzo Dolce, senza aumento della cubatura del parcheggio dismesso ed attraverso un progetto condiviso e partecipato con la popolazione, anche attraverso un referendum“.

Da allora la questione è stata messa in soffitta, nonostante un’aggiudicazione definitiva dell’opera. Il ricorso al Consiglio di Stato da parte della ditta De Francesco contro il giudizio del tar che ha bloccato l’opera non è stato ancora discusso e non si sa quando arriverà la sentenza. Del referendum invece s’è persa ogni traccia e sicuramente la pandemia ha fatto sì che l’argomento finisse nel dimenticatoio. Almeno fino a questo finora sconosciuto progetto di riqualificazione di Pozzo Dolce.

“Se ne ricorda ancora l’oggi sindaco Roberti? Ha forse mutato parere? Il dubbio – proseguono i due gruppi di opposizione – è più che legittimo, vista la proposta progettuale per la rigenerazione urbana dell’area del Pozzo Dolce, avanzata dal Comune di Termoli il 4 giugno 2021 al Ministero dell’interno, a seguito del DPCM 21/01/2021, che prospettava finanziamenti ai comuni per progetti di rigenerazione urbana. Il decreto interministeriale del 30 dicembre 2021 ha incluso la proposta del Comune di Termoli tra quelle finanziabili, ma i dati relativi a Termoli indicati nell’allegato 2 di tale decreto sono del tutto incoerenti ed addirittura assurdi.

In primo luogo, l’amministrazione comunale dichiara che l’intervento interesserà 44.582 metri quadri. Il progetto cosiddetto del Tunnel, sul Pozzo Dolce prevedeva di sfruttare circa 1.200 metri quadri; ma di questi 511 metri quadri sono stati concessi alla parrocchia di Sant’Antonio, con delibera del Consiglio comunale n. 57 del 20 novembre 2020, pertanto sul Pozzo Dolce resta da risanare un’area di neanche 700 metri quadri. La misura di 44.582 metri quadri è più che esagerata anche se confrontata con la superficie interessata dal progetto Tunnel, che, come si è detto, era di 8.940 metri quadri”.

C’è poi la questione dei fondi. Cinque milioni a disposizione, ma il resto? “Altra incoerenza riguarda il valore dell’investimento di risanamento dichiarato dall’amministrazione comunale: ben 14.598.475 euro, di cui 5 milioni finanziati dallo Stato ed i restanti da un privato in finanza di progetto. Si pensa di rivestire d’oro il Pozzo Dolce?

L’entità dell’investimento prospettato ci fa temere una riesumazione del progetto Tunnel, ma escludendo la realizzazione del tunnel e realizzando “solo” il complesso edilizio polifunzionale.

Se veramente è questa l’intenzione della Giunta Roberti, stia certa che incontrerà un’opposizione altrettanto ferma di quella contro “il Tunnel” voluto dalla Giunta Sbrocca. Riteniamo che si debba fare chiarezza sulla vera natura del presunto risanamento del Pozzo Dolce ed abbiamo inviato in tal senso una segnalazione ai ministeri interessati (Interno, Economia e finanze, Infrastrutture e mobilità sostenibile) ed all’ANAC, invitandoli «ad approfondire e chiarire i contenuti della proposta avanzata dal Comune di Termoli”.

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