Campobasso

Il mega ripetitore tra le case non sarà smantellato: bocciata mozione per impedire i lavori

I lavori per costruire un'antenna di telefonia proseguiranno. L'amministrazione spiega: "Corriamo il rischio di ricorsi al Tar: per la normativa nazionale sono opere di interesse strategico"

I lavori per il mega ripetitore di contrada Limiti (nel quartiere San Giovanni) non saranno bloccati. Dopo una lunghissima discussione in Consiglio comunale, la maggioranza pentastellata boccia la mozione presentata da Tramontano (Lega) per cercare di fermare la costruzione della grossa antenna realizzata tra le abitazioni che si trovano in una delle contrade del capoluogo. 17 voti contrati, 3 astenuti (Esposito, Sabusco e Venditti) e 6 voti a favore: questo il ‘verdetto’ dell’Aula che approfondisce la questione con gli architetti del Comune, Paola Lozzi e Giuseppe Tucci, insieme ai rappresentanti del comitato di Contrada San Giovanni e Contrada Limiti, Lorenzo Cancellario e Massimiliano Marsella.

Le principali difficoltà a bloccare l’intervento dipendono proprio dalla normativa nazionale in vigore. Lo dice chiaramente la consigliera Elena Porchetti (M5S): “Leggi nazionali non danno molte possibilità ai Comuni di evitare l’installazione di antenne”. Stessi concetti espressi dagli architetti Lozzi e Turati. “Su tutta la città – osserva la prima – abbiamo tante antenne che si trovano sui tetti degli edifici e che raggiungono le medesime altezze di quella installata in contrada San Giovanni, forse sono solo meno visibili, soprattutto in zona centrale. Questa situazione risale all’inizio degli anni 2000, con la legge regionale allora redatta sulla materia”. L’architetto Lozzi ricorda pure che “per conto dell’Amministrazione ho dato dei pareri negativi per bloccare due installazioni. Le aziende si sono rivolte al Tar, hanno vinto e il Comune è stato condannato anche a pagare le spese. Non è affatto facile bloccare i lavori, soprattutto perché ciò che davvero conta in questi casi è il parere che viene rilasciato dall’Arpa”.

I due architetti infine fanno il punto sul piano antenne della città capoluogo che, annunciano, “nel giro di qualche mese dovrebbe essere finalmente presentato”. E se si sono accumulati ritardi, “è dipeso anche dal reperimento delle informazioni di base. Infatti – le parole di Turati – l’Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr) purtroppo non ha un catasto regionale degli impianti esistenti così come invece aveva l’obbligo di costituire come previsto dalla legge regionale”.

Anche il sindaco Roberto Gravina insiste ricordando le recenti pronunce del Tar: “Le antenne soggiacciono a una normativa nazionale privilegiata essendo ritenute opere di urbanizzazione primaria di interesse strategico”. Sul piano antenne specifica invece che “non è uno strumento che impedisce l’installazione delle antenne in modo generico. Piuttosto mira, in primo luogo, a privilegiare l’eventuale installazione su terreni pubblici, anziché privati”.

Per l’opposizione la Giunta Gravina poteva fare di più, anche dal punto di vista della comunicazione ai residenti. “Bisognava informare i cittadini”, dichiara Trivisonno (Pd). “L’assessore cosa stava facendo quando si stava installando l’antenna?”.  Colagiovanni (Popolari) se la prende con la Regione Molise e con il governatore Toma (“non pensano a questo problema evidentemente”) mentre “il sindaco è stato superficiale”, anche se “non è l’unico responsabile della proliferazione dei ripetitori”.

“Questa amministrazione – riconosce il promotore della mozione Alberto Tramontano – ha agito in modo tempestivo nel 2019, con un prelievo di 55mila euro dal fondo di riserva per avviare le procedure per la redazione del piano antenne. Poi i tempi si sono allungati troppo. Non approvare la mozione è un’occasione persa. Spero che in altre sedi si possa pensare alla tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”.

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