A chi appartine?

Calici scintillanti di nomignoli, sentimenti e lezioni argute nell’ultimo libro di Giovanni De Fanis

“A chi appartine?” (Chi sono i tuoi i tuoi?). Son quelli che Giovanni De Fanis – storico, poeta e raccontatore – salpando un giorno idillicamente sull’Adriatico di Termoli e, buttando giù le reti, le ritira più tardi, sbalordito da una pesca miracolosa.

Acchiappa, infatti, un traboccante quantitativo di “voci, suoni, e immagini di un idioma che cambia”. Li adagia sul molo e li organizza e li orizzonta, li sublima con la bussola romantica del suo dialetto.

La banchina è eccitata per un assortimento di soprannomi, di nomignoli, di sfumature, di sentimenti recuperati, declinati e coniugati, e poi scritti su questo suo ultimo libro dilettevole, che si propaga ovunque e che si legge con sorprendente piacevolezza. Perché è aromatizzato dal linguaggio sfizioso di Termoli, quello verace, quello masticato dai marinai di barche a vela ma anche da quei muratori e “mezzaquecchiare” saldati ad una sapienza semplice: alla bontà, alla sobrietà, alla laboriosità, all’arguzia alle tradizioni popolari che possono essere, solo così, severamente salvaguardate dall’indolenza e dall’oblìo.

‘A chi appartine?’ Viaggio nella Termoli che fu: fra soprannomi, termini marinari e dialoghi da ridere

E’ un libro profondamente poetico, riferito a realtà vissute. E’ insaporito da istigazioni legate ogni personaggio e ad un loro particolare taglio di carattere; a un pregio o ad un difetto. Ogni scena, ogni figura è punzecchiata da Giovanni solo per la voglia di sorridere di noi stessi, e per il suo zelo incontenibile di non abbandonare mai una storia fatta di usi, di vita semplice, di consuetudini, di ingenuità o di malizie che ci trasmettiamo di generazione in generazione.

E’ un’arguta lezione istruttiva e formativa. E’ un’antologia di curiosità. Una sorvolata su centinaia e centinaia di nomignoli di persone e luoghi del cuore. Un dizionario di stimoli da far leggere a chi cammina nel mondo di oggi, e per far camminare quietamente chi rivive quel mondo di ieri.

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