Termoli

Concessioni balneari all’asta, operatori molisani sul piede di guerra: “Senza tutele sarà il collasso”

Le posizioni di Venditti (sib) e D'Andrea (Base Balneare) sulla riforma delle concessioni demaniali e le gare a base d'asta per i lidi a partire dal 2024. Gliimprenditori del turismo del mare sono preoccupati dalle conseguenze che la riforma cosiddetta Bolkestien potrebbe avere sull'economia del mare, che per il Molise rappresenta oltre il 70% del segmento turistico.

La decisione del Consiglio dei ministri di mettere a gara le concessioni balneari a partire dal primo gennaio 2024, in assenza di specifiche misure che gli operatori sperano possano arrivare nell’arco dei prossimi mesi, trova assolutamente contrari i rappresentanti del turismo balneare del Molise. Indire le gare ai sensi di quella che è stata ribattezzata riforma Bolkestein del settore, “significa esporre alla spietata concorrenza del mercato estero le imprese”, la sintesi dei malumori degli addetti al mare, che ricordano che il turismo balneare in Molise rappresenta oltre il 70% dell’intero segmento.

Il caso sta diventando anche politico con un dibattito serrato interno ai partiti. Mentre è iniziato il lavoro per tutelare il più possibile gli investimenti degli operatori balneari, le prime reazioni in Molise sono di amarezza, delusione e frustrazione.

“Siamo allibiti e sconcertati dal blitz del Consiglio dei Ministri riguardo i balneari, lo reputiamo assurdo” dice Nico Venditti, presidente del Sib Molise, principale sindacato di categoria nella regione, che ieri ha partecipato all’incontro a Roseto degli Abruzzi (Teramo) con i due vice presidenti nazionali Padovano e Battiston e, in collegamento da Roma, il presidente nazionale Sib Antonio Capacchione. “E’ chiaro – aggiunge Venditti – che l’ultima parola sull’attuazione della Bolkestein spetta al Governo, ma voglio ricordare che era stato preso un impegno formale con la convocazione del tavolo tecnico, avviato solo la settimana scorsa. Noi chiediamo un documento condiviso non soltanto con noi ma con i Comuni e le Regioni, che sono gli effettivi responsabili del demanio marittimo e che in caso di contenziosi con i futuri gestori verranno direttamente chiamati in causa”.

 

Pietro D’Andrea, referente molisano di Base Balneare, che coinvolge una decina di operatori del settore fra i 60 operativi in Molise, oltremodo critico: “Se sarà necessario siamo disposti ad arrivare alla Corte di Giustizia Europea contro una riforma del settore che non terrà conto delle imprese virtuose né del principio di reciprocità europeo. Abbiamo sostenuto da sempre che la Bolkestein non deve essere applicata ai balneari”.

“Stiamo organizzando i ricorsi – ha detto ancora D’Andrea – ma siamo convinti che ci siano ancora molte cose che si possano fare per scongiurare la catastrofe, ammesso che ci sia la volontà politica. Possiamo accettare la liberalizzazione e la messa all’asta delle concessioni balneari esclusivamente all’interno di una prospettiva di reciprocità, di un principio applicato all’Italia così come è fatto per Spagna, Croazia, Portogallo e Grecia. Il principio di reciprocità in Europa non può essere a senso unico”.

“E’ assurdo – conclude il referente di Base Balneare Molise – che si proceda a una riforma del settore in questa direzione senza una ricostruzione mappale delle coste Italiane, mettendo a rischio decine di migliaia di aziende soprattutto a gestione familiare, come sono quelle del Molise, che rischiano di perdere il lavoro e i beni di proprietà per l’unico torto di aver confidato nelle leggi dello Stato italiano. Tanto più che nelle regioni del sud il rischio che i lidi balneari diventino facili lavatrici per il riciclaggio è estremamente concreto”.

I lidi balneari del Molise interessati alla questione sono circa 43 a Termoli, 14 a Campomarino, 4 a Petacciato e 2 a Montenero di Bisaccia.

Oggi in un a nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente della Fba, l’associazione dei balneari di Confesercenti, scrivono: “L’emendamento approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma che è già in vigore, ma solo di una proposta che il governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei ministri coinvolti in questo percorso complesso, ma ribadiamo con fermezza che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare”.

 

 

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