Mentre prosegue ovunque la corsa al tampone, rapido o molecolare che sia, giunge una voce autorevole e qualificata a dire che questo continuo ricorso al test orofaringeo per capire se si è positivi al Sars-Cov-2 è sbagliata. Il responsabile del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, Massimiliano Scutellà, ha diffuso un messaggio chiaro per dire sostanzialmente di evitare il tampone quando non strettamente necessario e ricorrere invece ai vaccini, per chi non l’ha già fatto, e alle mascherine, oltre che al distanziamento fisico.
“Vorrei che fosse trasmesso a tutti i nostri concittadini che il tampone in questo momento epidemiologico della pandemia rappresenta uno strumento non indispensabile a cui ricorrere soltanto nelle condizioni di sintomatologia eclatante poiché serve a identificare coloro che necessitano di instaurare una terapia precoce con i nuovi antivirali e con gli anticorpi monoclonali prima che possano conclamare insufficienza respiratoria e giungere in ospedale in uno stato clinico in cui questi presidi farmacologici sono inutili”.
Quindi andare a fare un tampone solo quando si hanno sintomi evidenti della malattia da Covid. Secondo passo: usare le mascherine. “In questo momento pandemico le persone devono gestire i propri contatti mantenendo i presidi di protezione individuale e il distanziamento con maturità, moralità e buon senso”.
Il dottor Scutellà parla a ragion veduta. È lui a capo della squadra che si occupa di sequenziare i tamponi effettuati dall’Asrem. Da diverse settimane aveva previsto una diffusione pressoché totale di Omicron che è ormai conclamata in Molise.
Ma la motivazione per cui non ricorrere al tampone a tutti i costi è anche un’altra. “Il ricorso a tamponi a tutti i costi elargiti a pioggia rappresentano una spesa sanitaria inutile dispendiosa e con scarsa indicazione clinica.
Il tampone serve nei Presidi Ospedalieri, nelle cliniche, nelle RSA e in tutte quelle comunità dove si esplica il diritto alla tutela della salute che dobbiamo portare avanti più che mai e dove dobbiamo proteggere pazienti e operatori sanitari dal rischio di creare cluster epidemici che compromettono la salute dei nostri pazienti”.
Quindi molto meglio evitare tamponi inutili e proseguire coi vaccini senza esitazione. “Spingere sulla campagna vaccinale esortando tutti i nostri parenti e amici che sono intorno a noi e che non hanno ancora ancora effettuato la vaccinazione incoraggiandoli a farlo perché questa l’unica strada per uscire dalla pandemia il più rapidamente possibile.
Raccogliamo in questo momento ciò che lo Stato Italiano ci ha trasmesso nell’ultimo decreto: ha investito sui vaccini e sulla maturità dei cittadini, non sui test diagnostici”.
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