La decisione dei giudici

Ricorsi contro il Pos, doccia fredda al Tar: tutti respinti. “È atto programmatorio, non c’è danno irreparabile”

Nessuna sospensiva. I ricorsi contro il Pos di Toma presentati da dieci tra comitati, associazioni e sindaci sono stati respinti. Per i magistrati l'atto rappresentato dal piano operativo sulla riorganizzazione sanitaria non andrebbe a configurare una lesività in relazione al diritto alla cura in quanto si tratta solo di atto di mera programmazione. L'udienza di merito non è stata ancora fissata.

I giudici del Tribunale Amministrativo del Molise hanno respinto in blocco i ricorsi con richiesta di sospensiva presentati dai comitati, dalle associazioni e da alcune Amministrazioni comunali in relazione al Programma Operativo Sanitario 2019-2021. Il dispositivo è diventato pubblico nella tarda mattinata di oggi 3 dicembre, mentre la discussione al Tar c’era stata il 1° dicembre scorso. Alla base della sentenza con la quale il tribunale amministrativo respinge i ricorsi c’è la “mancanza di un danno grave e irreparabile”, data la natura esclusivamente programmatoria del Pos, che “non possiede una concreta ed immediata efficacia lesiva degli interessi della parte ricorrente”. In sostanza, scrivono i giudici nella motivazione, mancano gli effetti negativi che si avrebbero con l’attuazione del programma operativo.

LEGGI L’ORDINANZA DEL TAR MOLISE – Ricorso vs Pos

Una doccia fredda, anche se qualcuno lo aveva immaginato manifestando un certo pessimismo nelle ultime ore, che questa mattina, poco prima delle ore 13 quando la notizia si è diffusa in seguito alla pubblicazione dell’atto dei magistrati del Tar, ha investito in pieno il mondo della sanità pubblica molisana.

La prima decisione arrivata, sulla quale i magistrati del tribunale amministrativo si sono pronunciati in seguito alla udienza di mercoledì 1 dicembre, è quella relativa al ricorso della Casa dei Diritti rappresentata in tribunale dall’avvocato Laura Venittelli e dall’avvocato Matticola. Una decisione che a catena si è trascinata tutte le altre, con l’eccezione dei ricorsi diretti che non hanno chiesto la sospensiva. “Non possiamo escludere che nell’udienza di merito (la cui data on è stata ancora fissata, ndr) ci possa essere un esito diverso, e intanto ci prepariamo a continuare questa battaglia in difesa della sanità pubblica” commenta Laura Venittelli, amareggiata ma combattiva come al solito e determinata, “se dovesse essere necessario”, a impugnare i “singoli provvedimenti attuativi della riorganizzazione sanitaria, uno per uno”.

“Non è una vittoria di Donato Toma, non si illuda nessuno – aggiunge – e certo questo non significa la parola fine alla battaglia per il diritto alla salute”. I ricorsi non sono andati in porto perché i magistrati amministrativi hanno fatto valere il principio della non attuazione del Piano operativo 2019-2021 in quanto esso è ancora in una fase di mera programmazione, e come tale non configurerebbe il danno paventato per il diritto alla salute dei cittadini molisani, che in funzione di quello stesso atto vedranno una forte limitazione dei reparti e dei servizi assistenziali ospedalieri.

Nell’ordinanza del Tar si specifica che si ritiene insussistente “il dedotto danno grave e irreparabile” dal momento che l’atto impugnato ha solo natura programmatoria “e non possiede pertanto una concreta e immediata efficacia lesiva degli interessi della parte ricorrente”. E ancora: “Soltanto con l’eventuale adozione dei provvedimenti attuativi dell’atto programmatorio potrà essere eventualmente riscontrata, in concreto, una portata lesiva del Pos, la quale allo stato si presenta invece non attuale, ma solo meramente potenziale”. Questo in particolare per il ricorso presentato dalla Casa dei diritti ma le motivazioni addotte ricorrono in tutti i provvedimenti.

Nulla da fare anche per il ricorso presentato dal Comune di Campobasso e dal Comitato Pro Cardarelli che erano difesi dallo studio legale Ruta Romano Zezza. L’istanza era incentrata sull’assistenza sanitaria in caso di patologie tempo dipendenti e in particolare per la cura dell’ictus emorragico: il Pos, per i ricorrenti, non prevede nè accordi di confine con altri ospedali né i pazienti con tali patologie possono essere trattati all’ospedale Cardarelli di Campobasso, ne è stato attivato il trasporto sanitario tramite elisoccorso. Grande amarezza tra i legali dei ricorrenti dal momento che i giudici hanno respinto con la stessa motivazione ricorsi molto diversi non ravvedendo “il danno grave e irreparabile” per patologie come l’ictus emorragico.